Cronaca
Valsesiano nei guai per maxi-frode sui carburanti
Valsesiano nei guai per maxi-frode sui carburanti. La Finanza ha sequestrato beni per 130 milioni.
Valsesiano nei guai per maxi-frode sui carburanti
C’è anche un cinquantenne valsesiano coinvolto in un maxi-sequestro da parte della Guardia di Finanza di Montecatini. Nel conto dei beni confiscati ci sono anche degli immobili in Valsessera, appunto di proprietà del valsesiano. In totale, le Fiamme Gialle hanno messo i sigilli a beni e azioni per un valore di 130 milioni di euro.
L’inchiesta della Finanza
Più precisamente, gli operatori della guardia di finanza di Pistoia hanno eseguito un provvedimento cautelare nei confronti di imprenditori residenti in Toscana e in Piemonte. Le indagini delle fiamme gialle di Montecatini Terme hanno accertato varie condotte di frode fiscale, di cui sono ritenuti responsabili sei persone.
Chi sono gli indagati
Dei soggetti coinvolti, le autorità hanno rilasciato solo iniziali e data di nascita. A.N. classe 1999, P.G. classe 1948, S.S. del 1970, V.E. del 1969, Z.P. del 1971 e B.A. nato nel 1965. Avrebbero agito attraverso il fraudolento commercio di idrocarburi provenienti dalla Croazia.
Gli indagati sono risultati legati a un’associazione economico-criminale, già oggetto nel 2019 di indagine per frode fiscale per oltre 20 milioni di euro nell’operazione “Gasoline free”.
Riciclaggio di carburante
Nel nuovo filone investigativo avviato dalla guardia di finanza sono stati individuati altri personaggi operanti sempre nel settore del commercio di idrocarburi, che hanno favorito il riciclaggio in Croazia di ingenti somme di denaro derivanti dalla frode fiscale.
Frode fiscale
Le indagini di polizia giudiziaria, dirette dalla procura della Repubblica di Pistoia, hanno individuato, anche attraverso mirate intercettazioni telefoniche, i flussi finanziari derivanti dalla frode fiscale attuata attraverso false fatturazioni, convogliati presso banche con sede a Rijeka (Croazia) e poi successivamente reimpiegati nella creazione e gestione di due società lì costituite, quale “cassaforte” permanente per la custodia degli illeciti guadagni conseguiti.
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