Cronaca
Villa del Bosco, il dottor De Simone ucciso con una coltellata al cuore
Da anni era impegnato nell’attività di chirurgo in Africa. Arrestata l’ex compagna
Ucciso da una pugnalata in pieno petto. E’ morto così nella sua casa a Bujumbura, capitale del Burundi, il dottor Franco De Simone, 65enne originario di Villa del Bosco. L’omicidio è avvenuto nella notte tra domenica e lunedì ed è stata arrestata una donna sospettata di essere l’autrice del crimine. Secondo il giornale online Igihe il portavoce della polizia ha riferito che sarebbero state arrestate altre cinque persone, di cui tre lavoravano nella casa del medico e coinvolte anche in altri delitti.
La notizia è stata battuta dalle agenzie di stampa e ha colto di sorpresa i residenti di Villa del Bosco dove abitava, ma anche nel Gattinarese e in Valsessera dove era conosciuto. Franco De Simone a Villa del Bosco aveva ancora una casa e gli affetti (qui infatti abita la figlia). Quando gli impegni lavorativi lo permettevano tornava in paese a godersi qualche giorno di riposo, ma ormai la sua vita era legata all’Africa dove lavorava da anni. In tanti ancora se lo ricordano, in zona aveva frequentato le scuole, poi aveva intrapreso gli studi universitari e la laurea in medicina, quindi il trasferimento con la famiglia. Da anni era impegnato nell’attività di chirurgo in Africa. De Simone aveva una vasta esperienza di missioni umanitarie all’estero per conto della Croce Rossa Internazionale e di altre organizzazioni. Aveva lavorato nella clinica Kira e prestava servizio all’ospedale militare.
La notizia della morte del medico è stata confermata dalla Farnesina. Sulla dinamica dell’omicidio ancora tanti gli aspetti da chiarire. Tra gli arrestati c’è anche una donna di nazionalità svedese ma di origini burundesi, si tratterebbe della compagna del medico: la relazione tra i due si era interrotta lasciando però strascichi. A quanto si apprende dalle agenzie di stampa il medico avrebbe confidato agli amici nei giorni precedenti l’omicidio di aver ricevuto minacce dalla donna con cui fino a prima aveva convissuto. Le indagini della polizia locale proseguono per cercare di far luce su un omicidio così terribile. Non si sa ancora nulla invece sui funerali. Il Ministero fin dal primo momento segue il caso, in stretto contatto con l’ambasciata d’Italia a Kampala, in Uganda (competente territorialmente) e con la famiglia del connazionale, a cui viene prestata tutta l’assistenza necessaria.
Per anni il dottor De Simone ha lavorato anche nelle missioni collaborando con il gruppo missionario di Merano. Proprio nel 2014 aveva lavorato quasi un mese all’ospedale costruito a N’Dali in Benin. Il lavoro, in particolare in sala operatoria, gli aveva a permesso, come aveva scritto lui stesso «di vedere le cose dall’interno». Diversi e preziosi i suggerimenti del chirurgo per migliorare e consolidare l’attività dell’ospedale. Il dottor De Simone era poi tornato a N’Dali per supportare i medici di “Cute Project”, associazione che ha come obiettivo la formazione teorica e pratica del personale sanitario dei paesi in via di sviluppo, nell’ambito della chirurgia plastica ricostruttiva e della cura delle ustioni.
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