Cultura e turismo
A Serravalle cala il sipario sul raduno delle ”rondini”
Gli organizzatori: «Non c’è più quel forte legame di un tempo alla terra di origine»
A Serravalle il raduno delle Rondini è ormai soltanto un ricordo. L’appuntamento permetteva ai cittadini di ritrovarsi con coloro che erano andati a vivere in altri paesi ed era diventato parte della tradizione fino al 2014. Già lo scorso anno l’organizzazione aveva deciso di prendersi una pausa. E quest’anno, oltre a non essere proposto il raduno, non è stato nemmeno distribuito l’“Almanac”, il tradizionale bollettino blu delle Rondini.
«Dopo cinquant’anni di incontri, nel 2015 avevamo deciso di prenderci una pausa che è continuata fino ad ora – spiega Rossano Biglia, presidente del gruppo delle Rondini -. Già l’anno scorso peraltro l’“Almanac” non è stato realizzato e quindi nessuno l’ha potuto trovare in paese. Probabilmente non ci sono più i presupposti per portare avanti una manifestazione di questo genere».
Numerose le motivazioni che hanno indotto gli organizzatori a sospendere la realizzazione del bollettino. «Ogni anno spedivamo in tutto il mondo sui 300 pieghevoli e pochissimi sono stati coloro che ci hanno risposto – sottolinea Raffaella Biglia, membro del comitato organizzatore dell’evento -. Ci siamo anche chiesti se gli indirizzi fossero sbagliati o se non venisse apprezzata la pubblicazione».
Pochi anche coloro che prendevano parte all’evento proposto a fine agosto. «Io ricordo che le prime edizioni presenziavano moltissime persone – prosegue il presidente del gruppo -. Chi si era trasferito anche all’estero dopo aver lavorato in Cartiera partecipava sempre al raduno. Oggi invece non c’è più quel forte legame alla terra di origine. Non ci si scrive più lettere perché tanto con un messaggino sul cellulare si riesce a raggiungere chiunque e più velocemente rispetto ad impiegare carta e penna. Il mondo è cambiato e con esso la mentalità delle persone. Per questo motivo secondo me non ci sono più le condizioni per mettere in piedi il Raduno».
I volontari hanno riscontrato poco interesse anche da parte del paese. «In pochi si sono accorti che questo è il secondo anno che non viene fatto il raduno – commentano i due componenti del gruppo -. Questo è un ulteriore motivo che ci ha portati ad allungare la nostra pausa di riflessione. Non sembra, ma organizzare la giornata è impegnativo e se non c’è riscontro, ci si chiede effettivamente se sia il caso di portare avanti l’evento». Quale sarà dunque il futuro del raduno? «E’ un peccato che una tradizione si vada spegnendo – conclude il presidente Biglia -, ma ci chiediamo se sia il caso di abbandonarla definitivamente».
Continua a leggere le notizie di Notizia Oggi Borgosesia e segui la nostra pagina Facebook