Cultura e turismo
Bruno Gambarotta incanta descrivendo Alessandro Antonelli
Ha affascinato Bruno Gambarotta durante il suo intervento a Villa Caccia di Romagnano nella conferenza dedicata ad Alessandro Antonelli.
Ha affascinato Bruno Gambarotta durante il suo intervento a Villa Caccia di Romagnano nella conferenza dedicata ad Alessandro Antonelli. Dopo una breve introduzione sul carattere schivo e discreto dei piemontesi, ha dimostrato come Alessandro Antonelli se ne discostasse: «Un uomo che tirava diritto per la sua strada, scavalcando montagne per arrivare a realizzare quello che aveva in testa. Uomo dei record, diede a due città il loro simbolo: a Novara la cupola di San Gaudenzio, a Torino la Mole». Alla sua figura di “lucido visionario” possono essere accostati due romagnanesi illustri: Maria Adriana Prolo, la fondatrice del Museo del cinema e Carlo Dionisotti, che rivoluzionò la storia della letteratura italiana, riscrivendola intorno alle capitali.
A ventisei anni si laureò Architetto Ingegnere e, dopo quattro anni da impiegato comunale al demanio, esplose la sua originalità. Non presentò mai progetti ma disegni, che vennero perfezionati in corso d’opera. Le sue creazioni architettoniche nacquero dopo aver spianato quello che esisteva prima. Gambarotta ha sottolineato come Antonelli fosse «divorato dal demone del record», un «Incantatore di serpenti», che riuscì persino a far approvare la costruzione di una rotonda in grado di accogliere seimila persone in un paese, Castellamonte, che ne contava appena duemila.
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