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Cultura e turismo

I ragazzi di Borgosesia protagonisti con ”Una città che canta”

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E le corali hanno tenuto tre brevi concerti nella sede della Società valsesiana di cultura, nella chiesa di Sant’Antonio e nell’atrio del municipio

Sabato scorso Borgosesia è stata una “Città che canta” con l’Associazione cori piemontesi. La rassegna ha permesso a tre formazioni corali di esibirsi in diversi punti della città. Ad accompagnare i concerti sono state le presentazioni storiche di luoghi e monumenti curate da un gruppo di studenti delle scuola media. L’evento è stato proposto in occasione della “Festa dei nonni”, con il sostegno del Comune e la collaborazione di parrocchia e istituto comprensivo di Borgosesia. Hanno partecipato il quartetto “Quindicesima Armonica” di Quincinetto diretto da Ilvo Zoppo, il complesso vocale “Musica Laus” di Torino diretto da Marcella Tessarin e i “Cantori di Camandona” diretti da Mauro Mino: le corali hanno tenuto tre brevi concerti nella sede della Società valsesiana di cultura a Palazzo Castellani in piazza Mazzini, nella chiesa di Sant’Antonio e nell’atrio del municipio.

A introdurre le esibizioni sono stati i giovani studenti della media che, sotto la guida di Carlo Senatore, insegnante di lettere e musicista, hanno presentato a pubblico e coristi argomenti della storia e delle tradizioni borgosesiane: «Coinvolgendo i nipoti nel racconto delle memorie cittadine – ha osservato Senatore, – abbiamo voluto rendere omaggio ai nonni in occasione della loro festa nazionale: oltre che un supporto spesso fondamentale nella vita quotidiana, i nonni rappresentano i custodi della memoria storica delle famiglie e di tutta la comunità». Gli studenti impegnati sono stati Thomas Spinello, Francesca Della Monaca, Alessandro Gnan, Giovanni Varbaro, Matteo Balestrieri, Gianotti Emma, Marta Rabbi, Drissi El Bouyahyaoui, El Youbi Jasmine.

L’itinerario dei concerti è stato pensato per attraversare idealmente la storia degli ultimi due secoli: dal tempo in cui la piazza di Borgosesia era divisa da due file di portici, agli anni tragici della dittatura e della seconda guerra mondiale, fino alla storia della Manifattura lane e della tradizione carnevalesca. «Ogni luogo è stato simbolicamente identificato da un colore – ha spiegato Senatore -: dal “giallo” della scomparsa piazza Vittorio Emanuele II, al rosso dei Martiri della Libertà, fino al verde speranza dell’antico ospedale di Borgosesia. Ma al di là dei contenuti specifici, lo scopo è di socializzare il sapere, di motivare gli studenti allo studio attraverso la responsabilità di un servizio culturale da offrire alla comunità».

Con il festival “Piemonte in Canto”, l’Associazione cori piemontesi coinvolge duemila coristi e novanta formazioni corali: «Scopo principale del progetto è favorire i contatti e gli scambi tra i cori – spiega Filippo Giupponi, consigliere dell’associazione -, tanto come occasione di incontro quanto come stimolo per il confronto e la crescita musicale. Nei prossimi giorni avremo ospite il maestro svedese Gary Graden con un seminario rivolto a tutti i cori e i singoli coristi. E inaugureremo a Verbania la prima mostra dell’editoria e della discografia corale piemontese, che resterà aperta nella settimana del concorso nazionale corale del Lago Maggiore».

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