Attualità
Partigiano Inverno è ora un cortometraggio
Il documentario, ora on-line, alterna le parole di Giacomo Verri con brani del libro e immagini riprese a Borgosesia e dintorni.
La genesi di “Partigiano Inverno”, gli eventi della Resistenza in Valsesia cui è ispirato, la scelta di utilizzare una lingua “aggressiva, fortemente espressionistica, per far comprendere la deformità del male”: sono alcuni degli elementi che emergono dal documentario che racconta il primo romanzo di Giacomo Verri. Un cortometraggio, ora on-line, girato a Borgosesia, che è sunto del lavoro di una studiosa olandese che ha firmato un master di letteratura italiana incentrato sui libri che raccontano la Resistenza.
“Partigiano Inverno”, pubblicato nel 2012 e finalista al “premio Calvino”, intreccia le vicende di tre personaggi: un ragazzino innamorato, un giovane irrequieto e un pensionato mite e disorientato. Tre generazioni a confronto, calate nella realtà valsesiana, in uno dei momenti più importanti e difficili della storia del nostro Paese: la lotta di Liberazione. Uno spaccato da cui emerge, in tutta la sua drammaticità, la fucilazione del 22 dicembre 1943. E proprio dal luogo dell’eccidio, la chiesa di Sant’Antonio, prende forma il documentario, che alterna le parole di Verri con brani del libro e immagini riprese nei dintorni della città.
L’autrice, Lilian Lotichius, nell’ottobre scorso è stata a Borgosesia insieme alla troupe – l’operatore Gijs Besseling e il tecnico del suono Kasper Koudenburg – per riprese e intervista. Il lavoro di Lotichius segue il master di letteratura italiana all’Università di Amsterdam, culminato nella tesi “…e non erano più esseri umani”. L’impatto del male sui partigiani in alcuni romanzi neorealistici e contemporanei, in cui l’analisi di “Partigiano Inverno” è parte predominante.
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