Cultura e turismo
Presentati i nuovi scapin ”africani”: il debutto alla Fiera di Doccio
A realizzarli anche due richiedenti asilo ospiti a Scopa
La Valsesia e l’Africa sono più vicine grazie agli “scapin”. Una versione unica delle tradizionali calzature valsesiane è stata presentata al “Raduno delle Mandrie” di Doccio, tenutasi domenica, ottenendo uno straordinario successo dato che i prototipi proposti al pubblico sono andati letteralmente a ruba in pochissimo tempo. A renderli speciali sono stati i colori e le fantasie dei tessuti con i quali sono stati foderati nel loro ultimo strato arrivati per l’occasione direttamente dal continente africano e a realizzarli sono stati proprio i ragazzi richiedenti asilo politico che risiedono a Scopa.
«Erano veramente molto belli – commenta e spiega Silvia Scarati dell’associazione varallese di volontariato Eufemia che si occupa anche, grazie al supporto della Caritas, della realizzazione di progetti per i ragazzi di Scopa – tanto che i loro originalissimi colori hanno subito attirato l’attenzione della gente che non se li è lasciati sfuggire acquistandoli subito. La realizzazione di questi scapin rientra nel progetto “Le due Terre” che ha voluto unire la tradizione valsesiana alla creatività africana».
I ragazzi ospiti nel piccolo comune della valle in primavera hanno seguito un corso apposito con Carmen Croso, artigiana affermata nella produzione di queste calzature, riuscendo a ottenere ottimi risultati. Tra tutti i partecipanti, per motivi vari, solo due ragazzi hanno proseguito con questa attività, arrivando a realizzare un buon numero di calzature da vendere nei mercatini. «Si tratta di Makan che arriva dal Mali – spiega Scarati – e di Abdoulaye che proviene dalla Guinea Conakry. Entrambi hanno mostrato grandi capacità, sono molto precisi e possiedono gusto nella scelta dello strato più esterno. Abdoulaye cuce dall’età di 8 anni, ora ne ha soltanto 18, e dimostra di possedere una grande manualità».
Croso non si è limitata soltanto a fare i corsi ma continua a seguire il loro lavoro, consigliando e dissipando ogni loro dubbio. Gli altri ragazzi invece all’interno della fiera sono stati impegnati nella preparazione di caldarroste e té caldo.
Un progetto speciale, dunque, “Le due Terre” quello che ha lo scopo di unire culture diverse per uno scambio che arricchisce entrambe le parti. I ragazzi hanno partecipato anche ad altre rassegne di questo tipo come la “fiera di San Michele a Riva Valdobbia e la “Festa dei popoli” a Vercelli.
«Purtroppo domenica – prosegue Scarati -, tra i tanti complimenti e la curiosità positiva della gente, ci è capitato di sentire commenti negativi e razzisti nei confronti dell’operato dei ragazzi. Persone scandalizzate dal fatto che degli stranieri realizzassero scapin. La cosa ci ha rattristati ma non ci distoglie dal progetto. Non sappiamo quale sarà il loro futuro, ma speriamo che quello che stiamo facendo li porti a rimanere in Valsesia e a continuare a dare il proprio apporto. Sono persone bellissime con tanta voglia di vivere nonostante le brutte esperienze che hanno vissuto prima di giungere qui. Vorremmo inoltre che la Valsesia diventi il “posto giusto per tutti” dove le diversità vengano accettate e viste come una ricchezza».
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