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Cultura e turismo

Serravalle, Piera Mazzone ricorda l’artista e scrittrice Rosella Osta Sella

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Creativa poliedrica, firmò diversi romanzi e saggi e promosse la scena artistica locale.

Piera Mazzone, nota studiosa valsesiana, ripercorre la storia dell’artista serravallese, capace di spaziare fra diverse modalità espressive.

«In questo caldo agosto ha causato dolore e disappunto l’improvvisa scomparsa di Rosella Osta Sella, pittrice e scrittrice, appassionata di storia e di esoterismo, che nel 2000 aveva esordito nella narrativa con il romanzo scritto in prima persona: “Dello spirito e del fuoco”, premiato al concorso internazionale “Borgo degli Artisti”, istituito da Regione Lombardia, Provincia e Comune di Milano, imperniato sulla vita di Solange Marie, figlia del conte Cristoforo Salomone di Serravalle. Attraverso la scrittura Rosella “dava sfogo” al suo temperamento pittorico, pennellando le pagine con l’acribia di un pittore fiammingo, affascinando il lettore che ritrovava personaggi e paesaggi del territorio, creando mondi in cui la coloritura delle frasi faceva dimenticare la trama narrativa. Nel 2013 Rosella aveva presentato: “La Confraternita delle Donne Scarlatte”, l’atteso “seguito” di: Sotto il mio mantello ammazzo il re, romanzo scritto nel 2009, con protagonista la stessa Francesca Drago, direttrice responsabile dell’informazione di una piccola emittente locale, molto attratta dal paranormale e dall’esoterico, alla continua ricerca del sogno d’amore e della verità, accompagnata dal suo cane “Rebis”. Rosella era stata una delle protagoniste della stagione delle “radio libere”, conducendo numerose trasmissioni presso la “mitica” Alfa Radio di Borgosesia, emittente locale creata da Luigi Biglia, che fu importantissima in Valsesia, cui approdavano i personaggi più diversi, dai quali aveva tratto ispirazione.

La scrittrice lavorava nell’oasi di solitudine del suo studio, sospeso tra il bosco e la pieve di Santa Maria di Naula, luogo sacro già prima della cristianizzazione, a lei molto caro fino dall’inizio degli anni Settanta, quando fece parte del Comitato, ideato e presieduto da Roberto Biglia, per i restauri e la valorizzazione dell’edificio sacro. Nel volumetto, pubblicato nel 1983, per fissare nel tempo la storia e le immagini della Pieve, prima e dopo i restauri, scriveva: “Dal giorno in cui divenni abitante di Naula, ed in particolare dirimpettaia dell’antica Pieve dedicata a Santa Maria, instaurai con questo monumento uno strano dialogo, che in realtà fu quasi sempre un monologo, fatto di tanti interrogativi e di ben poche risposte”. Suo figlio Alessandro nel maggio del 1977 fu il primo ad essere battezzato nella Pieve.

Nel 2004 aveva pubblicato con Andrea Fogliato il saggio storico-politico: “Quarto livello – Dai Sumeri al mondialismo, l’arte del condizionamento”. Ha collaborato a numerosi libri pubblicati dalla Eos Editrice: “Profumi e sapori del Vercellese”, “In grembo alla terra. Affreschi sul mondo contadino”, “I cuntuli dal favlè”, favole, fiabe, leggende dell’Alto e Basso Novarese, pubblicato articoli di storia, arte e esoterismo, tenuto diverse conferenze in varie associazioni culturali, raccontando i misteri della storia locale, partecipato come relatrice alle lezioni dell’Unitre di Borgomanero.

Rosella prediligeva il taglio divulgativo, non derogando mai dalla correttezza storica, cercando di portare nuove conoscenze ed invitando ad approfondire, attraverso continui confronti, nati per allargare il discorso. Nel 2007, nel Quaderno della 15ª Giornata di Primavera del Fai, dedicata a Vintebbio e a Naula, aveva pubblicato un breve intervento sulle “Università de’ nobili e vassalli di Vintebbio e di Bornate”, a completamento del saggio dell’avvocato Cesare Canali sul castello. Con Anna Lamperti, archeologa, compagna di scuola e amica, nel 2010 aveva pubblicato: Valsesia segreta. Viaggio tra nobili, santi, riti arcani, verità perdute, un percorso nel tempo e nello spazio, articolato in una ventina di tappe, scandite da monumenti, opere d’arte, eventi storici, riti e tradizioni poco conosciuti e non di rado misteriosi, nato dalla curiosità e dalla passione per la storia, presentato per la prima volta a Prato Sesia. Nell’introduzione a Valsesia segreta scriveva: “Lo ammetto, sono irrimediabilmente appassionata di enigmi e misteri. Quando poi questi misteri riguardano la mia terra d’origine, la Bassa Valsesia, mi sento quasi investita dalla missione di risolverli, o per lo meno di divulgarli”: ciò è avvenuto anche per le vicende di Don Rino Ferraro, il discusso parroco di Vintebbio, che fece parlare i quotidiani nazionali all’inizio degli anni Settanta. Nessuno ne aveva mai raccontato le vicende, Rosella con pazienza aveva raccolto la documentazione ancora disponibile, attraverso interviste e articoli, che furono pubblicati sui giornali dell’epoca e aveva scritto un libro, corredato da numerose fotografie, che stava per essere pubblicato: me ne aveva affidato le bozze per una rilettura critica e avevo trovato l’argomento molto interessante e trattato in modo corretto, senza lasciar spazio a facili sensazionalismi. Mi auguro che presto venga stampato e letto da molte persone, proprio come Rosella auspicava, affinché non si perdesse una pur controversa “fetta” di storia.

L’altra passione di questa donna solare ed estroversa, sempre molto diretta, era la pittura: dipingeva da sempre, ma dopo le scuole magistrali aveva approfondito lo studio del disegno, della pittura e la tecnica dell’affresco. Nel 1983 con il marito scultore Franco Sella e altri otto artisti biellesi e valsesiani, aveva creato il gruppo: “L’Ortica” che diede vita a molte esposizioni collettive, riscuotendo sempre molto interesse per le sue opere originali. Tra le sue opere ricordo con particolare emozione la “Madonna delle Rondini” affrescata nella cappelletta antistante la sua casa. Amava dipingere ritratti polimaterici dei personaggi storici, donne in particolare, utilizzando i diversi materiali per dare profondità e spessore alle sue figure. Nella frazione Piane aveva realizzato un ciclo di affreschi che illustravano le principali caratteristiche del paese.

Rosella, madre di tre figli maschi, nonna di tante nipotine, era felice di essere la “matriarca” e divideva il suo tempo tra la famiglia, la cura della casa, l’arte e la scrittura, che per lei erano fonte di soddisfazione, alimentata dalla lettura e dallo studio.Al termine della presentazione del suo ultimo romanzo Rosella aveva ricordato l’amica Marisa Paganino, scomparsa all’improvviso, invitando tutti i presenti a brindare alla vita, ricordando le persone che ci sono state care e ci hanno preceduti: quasi un’agnizione, che oggi rinnovo per ricordarla nella vitalità e solarità che la contraddistinguevano».

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