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Lutto per il giornalista Marco Revello, aveva solo 59 anni
Firma de “La Stampa” di Biella, è stato fulminato da una crisi cardiaca.
Lutto per il giornalistaa Marco Revello, aveva solo 59 anni. Firma de “La Stampa” di Biella, è stato fulminato da una crisi cardiaca.
Lutto per il giornalista Marco Revello, aveva solo 59 anni
È stato celebrato ieri pomeriggio, mercoledì 3 dicembre, nella chiesa parrocchiale di Chiaverano, il funerale di Mauro Revello Chion, giornalista della redazione di Biella de “La Stampa”, scomparso nei giorni scorsi a causa di un improvviso malore che lo ha colpito in casa. Il suo cuore si è fermato a pochi giorni dal sessantesimo compleanno, lasciando sgomente le comunità del Canavese, di cui era originario, e del Biellese.
La cerimonia si è svolta alle 15, alla presenza di familiari, amici, colleghi e di tanti lettori che nel corso degli anni avevano imparato a riconoscere la sua firma e il suo modo inconfondibile di raccontare i territori. Dopo il rito, l’ultimo viaggio verso il tempio crematorio di Biella.
A piangerlo, oltre alla moglie Anna Francesca, al figlio Giacomo e alla figlia del cuore Carola, anche le sorelle Rita con Giorgio e Maria con Sergio.
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Una vita nelle parole e nella sua terra
Mauro Revello Chion era un volto e una penna familiare, un cronista che aveva attraversato decenni di storie locali, portandole dentro e fuori la pagina con sensibilità e precisione.
Cresciuto proprio a Chiaverano, aveva assorbito fin da giovane la passione per i luoghi e per le persone che li abitano. Negli anni Novanta i primi passi nelle redazioni locali de Il Risveglio Popolare e Il Canavese, ambienti vivi e artigianali, dove il giornalismo si imparava unendo ascolto, curiosità e rispetto.
Colleghi di allora ricordano «le redazioni che odoravano d’inchiostro, i telefoni che squillavano senza tregua, i rullini consegnati al volo davanti al Bar Chicco», e un Mauro giovane, rapido, scrupoloso, capace di trasformare ogni storia in un pezzo dal respiro umano.
L’arriva a Biella
La collaborazione con La Stampa segnò un passaggio decisivo: da Ivrea raccontò tutto, dalle complesse vicende giudiziarie alle tensioni sociali, dalla lunga scia dell’Olivetti alle voci minori delle periferie del Canavese. Nel 2004 il trasferimento nella redazione valdostana, poi nel 2010 l’arrivo a Biella, dove negli ultimi anni si era dedicato soprattutto a cultura e spettacolo, ambiti in cui aveva trovato la sua dimensione più matura.
Nel suo ufficio, dietro la scrivania, teneva una fotografia che amava particolarmente: lui accanto a Mikhail Gorbaciov durante una visita a Torre Canavese. «Un piccolo manifesto – raccontano i colleghi – del suo modo di fare giornalismo: guardare il mondo, senza timore e con mente aperta».
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