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Cronaca

Universitaria non raggiunge il massimo dei voti: e i parenti minacciano la commissione

Scene da film l’altro giorno all’Università del Piemonte Orientale.

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Universitaria non raggiunge il massimo dei voti: e i parenti minacciano la commissione. Scene da film l’altro giorno all’Università del Piemonte Orientale.

Universitaria non raggiunge il massimo dei voti: e i parenti minacciano la commissione

Il voto al termine della discussione per la specializzazione in pediatria è stato di 68/70. Un buon risultato per una giovane laureata che venerdì ha presentato la tesi di specializzazione alla sede di Novara dell’Università del Piemonte Orientale. Non abbastanza, però, a giudizio dei familiari.

Al termine dell’esame, la commissione ha infatti proclamato come da prassi il risultato ottenuto dalla giovane. Ma a quel punto la famiglia della ragazza, presente in aula per assistere all’importante momento del percorso di studi, ha pesantemente contestato il voto, minacciando tutti i docenti facenti parte della commissione d’esame.

La denuncia ai carabinieri della presidentessa della commissione

Qualcuno è andato giù pesante. Della serie “lei non sa chi sono io”, la posso rovinare. E so dove gioca suo figlio. A presiedere la commissione d’esame era la professoressa Ivana Rabbone, e lei ha dovuto subire degli attacchi più specifici, che hanno riguardato la sua vita privata. Le minacce al suo indirizzo hanno infatti contenuto anche possibili ritorsioni nei confronti del figlio e i suoi famigliari. La professoressa si è rivolta ai carabinieri, denunciando l’accaduto.

Il commento del rettore Avanzi

«Episodi come questi — dice il rettore Gian Carlo Avanzi — vanno eradicati sul nascere. L’Università è un luogo aperto, inclusivo, che tenta di aiutare gli studenti in tutti i modi, con sostegno didattico, aiuto al discernimento vocazionale, servizi a supporto dello studio e della vita in comunità. Un comportamento come quello che si è verificato da parte della famiglia della neo-specializzata, oltre a essere spropositato e penalmente rilevante, reca i segni dell’ingratitudine e della profanazione del luogo deputato alla creazione e alla diffusione della conoscenza».

«E’ inammissibile – prosegue il rettore Avanzi – che la delusione per il risultato di un percorso di studio possa degenerare in minacce e intimidazioni, che sottintendono addirittura un controllo del mondo privato della professoressa. Qualunque attacco alla capacità e alla libertà di giudizio dei docenti, che sono un valore inviolabile di ogni Ateneo, va respinto con la massima energia. Ci riserviamo come Istituzione, dunque, la possibilità di adire a vie legali nei confronti di questi soggetti che hanno minacciato così gravemente l’Università intera attraverso gli attacchi a una docente stimata e apprezzata come la professoressa Rabbone».
Foto d’archivio

Su Prima Novara leggi “Specializzanda in pediatria prende 68/70, ma la famiglia contesta il voto minacciando la commissione”

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