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Cronaca

Trovato agonizzante dal padre, 13enne si spegne al Cto. Forse vittima di un challenge sui social

Tragedia assurda, si teme che il ragazzino abbia tentato il “Blackout”.

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Trovato agonizzante dal padre, 13enne si spegne al Cto. Forse vittima di un challenge sui social. Tragedia assurda, si teme che il ragazzino abbia tentato il “Blackout”.

Trovato agonizzante dal padre, 13enne si spegne al Cto. Forse vittima di un challenge sui social

E’ morto per ipossia, cioè mancanza di ossigeno nel corpo. Luigi Bagnasco aveva solo 13 anni, frequentava la terza media a Novi Ligure e giocava bene a calcio. Quattro giorni fa è stato trovato agonizzante in casa dal padre. Ricoverato al Cto di Torino, ha cessato di vivere dopo qualche giorno di agonia: i tentativi dei medici non hanno avuto l’effetto sperato.

L’ipotesi choc: una sfida sui social

Su quanto accaduto permane ancora il riserbo e sono in corso le indagini da parte dei carabinieri. Ma l’ipotesi al momento più accreditata è che il 13enne possa essere stato manipolato da qualcuno sui social e convinto a partecipare a una “challenge” fra minorenni.

I “challenge” sono sfide estreme, come attraversare i binari pochi istanti prima del passaggio di un treno, salire sul tettuccio di un’auto e restare in piedi e resistere il maggior tempo possibile anche se l’auto parte. “Imprese” che vanno filmate e postate sui social (usato soprattutto TikTok).

In particolare, si teme che Luigi abbia potuto essere indotto a cimentarsi con la “Blackout challenge”, sfida che consiste nel legarsi una cintura attorno al collo e resistere il maggior tempo possibile.
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Il decesso e il dolore

Luigi Bagnasco era un ottimo portiere delle giovanili della Novese ed è arrivato venerdì all’ospedale Regina Margherita di Torino già in condizioni critiche, dopo un arresto cardiocircolatorio. I sanitari l’avevano stabilizzato e intubato, per poi trasportarlo in elisoccorso al Cto. Ma non c’è stato nulla da fare.

Tra i molti messaggi di cordoglio, quello della sua squadra, la Novese: «È impossibile per tutti noi accettare… Ti siamo vicini in questo viaggio Gigi… Sarai per sempre nei nostri cuori».

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1 Commento

1 Commento

  1. Ardmando

    16 Novembre 2023 at 9:21

    Se fosse davvero una sfida sui social ad averne causato il decesso, chi gestisce i social dovrebbe essere ritenuto corresponsabile della morte. Non ci sono parole per definire la stupidità di queste “challenge” e ci dovrebbero essere controlli e pene più severe, oltre al divieto di accesso ai social ai minori di 18 anni. Non bastano i controlli dei genitori, manca la formazione, manca la cultura. Ecco allora che l’uso dei social deve essere vietato ai minori. Non si giustifica la stupidità di un maggiorenne, ma per lo meno sei responsabile di te stesso.

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