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Dai Pokémon al varietà: l’evoluzione di Twitch

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Dai Pokémon al varietà: l'evoluzione di Twitch (© Pxhere)

Dai diamanti non nasce niente, dal letame nascono i fior. Così, Fabrizio De André, nella celebre Via del Campo lascia ai posteri una delle citazioni più iconiche della sua produzione musicale. Frase saggia, quella del cantautore genovese, e che bene si confà anche alla nascita nel 2007 di Twitch o, almeno, del progetto da cui sarebbe nato qualche anno dopo Twitch: Justin.TV.

Ma cos’è Justin.tv? Una pessima idea e non siamo i soli a pensarlo ma anche lo stesso proprietario e protagonista della piattaforma, Justin Kan.

“Why Starting Justin.tv Was A Really Bad Idea, But I’m Glad We Did It Anyway” è un famoso articolo online in cui – per l’appunto – lo stesso fondatore ammetteva il fatto che, almeno inizialmente, Justin.tv non fu proprio una passeggiata.

L’idea di fondo era semplicissima: mettersi una telecamera sulla testa e filmare sette giorni su sette, ventiquattro su ventiquattro la propria vita mettendola a disposizione in diretta su una piattaforma online.

Il risultato? Una irruzione in casa della polizia dopo una finta segnalazione da parte del suo pubblico per dirne una ma anche e soprattutto l’idea di mettere a disposizione i propri server anche per gli streaming di altre persone, in modo che potessero trasmettere quello che desideravano.

Il problema più grande, in questa fase, fu però trovare un modo di controllare i contenuti degli altri utenti: Justin e il suo team erano fondamentalmente un gruppo di universitari con tanto entusiasmo e poca consapevolezza delle capacità del mezzo e questo comportò non solo momenti divertenti ma anche momenti decisamente sopra le righe e decisamente indesiderabili.

Da Justin.TV a Twitch

Nel 2011, nonostante i vari problemi iniziali, Justin.TV è un sito molto seguito e conosciuto in rete, che ha visto un grande sviluppo soprattutto nell’offerta dal punto di vista del gaming, cosa che spinge il team di sviluppo a dare la svolta: la parte relativa a videogiochi ed eSport viene scorporata dal sito originale e spostata su un nuovo sito dall’accattivante colore viola: nasce Twitch.

La piattaforma avrà una crescita esponenziale grazie all’innovativo sistema di interazione tra streamer e spettatore e a un ecosistema virtuoso dal punto di vista dei guadagni per i content creator andando ad attirare così anche personaggi già noti su internet tramite altre piattaforme ben contenti di aumentare i propri profitti grazie alla creatura di Justin Kan.

Questo trend del trasferimento da piattaforme tradizionali o seminali, come YouTube per i creatori di contenuti dal 2005 in avanti negli anni ha preso sempre più piede in particolare negli eSport ma non solo. Per esempio anche il poker, da sempre presente nella fascia di programmazione notturna delle TV generaliste, ha trovato uno sbocco naturale su Twitch cogliendo l’occasione di raggiungere un pubblico più attento, interessato e ampio togliendo di mezzo l’onerosa intermediazione dei canali pubblici e privati nella scelta di cosa e come mandare in onda la disciplina.

Dai Pokémon al varietà

Proprio questo trasferimento dalle TV a Twitch è forse l’evoluzione più interessante e moderna della piattaforma.

In Italia streamer come Ivan Grieco o Rick DuFer propongono a cadenza settimanale contenuti dal punto di vista qualitativo e dei contenuti pienamente sovrapponibili ai talk show politici in onda sulla TV tradizionale riuscendo ad attirare ospiti impensabili in una live su un sito internet fino anche solo a un lustro fa; guardando al nostro territorio è un percorso intrapreso anche dai due YouTuber novaresi Eddie Turco e Daniele Fadda, gli Arcade Boyz.

Tra questa ultima evoluzione e quello che verrà è però necessario anche citare il primo grande successo a livello planetario di Twitch ovvero Twitch Plays Pokémon.

Era il 13 febbraio del 2014 e un utente di Twitch propose questa sfida a internet: riusciremo a finire Pokémon Rosso streamandolo su Twitch e dando la possibilità a ogni spettatore tramite le sue interazioni di decidere movimenti e scelte del personaggio principale? Idea folle, sì, ma non abbastanza da non essere presa al volo come una sfida dal popolo di internet che arriverà a picchi di oltre centomila utenti connessi allo stesso momento in questo incredibile esperimento sociale.

Quanto tempo ci è voluto a finire il gioco? Precisamente dal 13 febbraio al 1 di marzo del 2014.
Da allora sono passati otto anni e si è passati dal giocare a Pokémon al varietà politico, oltre che agli eSport, l’attualità e chi più ne ha più metta, per una piattaforma che a oggi pare ancora non avere mostrato tutte le sue potenzialità.

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