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Il governo spinge alla digitalizzazione dopo la pandemia

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L’Italia è stata uno dei primi Paesi a essere travolti dalla pandemia, e uno degli ultimi Paesi ad avviarsi verso quella che potrebbe essere una risoluzione. Questo non significa che le cose stiano tornando come prima per tutti: ogni settore ha subito dei cambiamenti, ma quello dell’intrattenimento ha risentito particolarmente dello stop agli spostamenti. Viceversa, la chiusura di discoteche, cinema, teatri, sale da gioco e casinò ha rappresentato un duro colpo per gli italiani, abituati soprattutto alla movida estiva.

Non sorprende dunque che gran parte della popolazione si sia spostata online per continuare le proprie passioni, scegliendo siti come Fezbet Casino che offrono sia giochi che scommesse sportive per divertirsi e passare il tempo. I casinò online hanno infatti registrato un enorme aumento nel numero di iscritti, un dato che non sorprende affatto: le sale tradizionali da anni faticano a stare dietro alle corrispondenti digitali, queste ultime in netto vantaggio per una serie di caratteristiche vincenti.

Il digitale richiama gli italiani, è ora di fare i primi passi

La popolazione italiana è ancora generalmente restia all’utilizzo di Internet, ma qualcosa si muove. I cambiamenti più importanti si vedono proprio nel gioco d’azzardo online: i giocatori hanno realizzato che l’offerta digitale è più allettante e vantaggiosa. Tra bonus di registrazione che offrono subito una combinazione di denaro e giri gratis, programmi fedeltà, extra sui depositi effettuati e informazioni più trasparenti sulle probabilità di vincita, i motivi per rimanere ancorati alle sale tradizionali si assottigliano.

Questo è quello che succede in tanti settori: spariscono i CD in favore di servizi di streaming come Spotify e Apple Music, per gli acquisti si può usare Amazon o eBay, anche i negozietti di vintage approdano in rete con Vinted. Per i film e le serie TV la scelta è ampia: c’è Netflix, Infinity, Amazon Prime Video, Hulu, Google Play Film, YouTube e tanti altri. Sembra che tutti i servizi si stiano convertendo al digitale, spesso con le motivazioni più disparate: sono più economici, più performanti, hanno una qualità superiore, sono più accessibili, oppure vantano direttamente un mix di queste caratteristiche. In periodo COVID-19 hanno il valore aggiunto di trattenere (e intrattenere) le persone in casa. Ma cosa pensa il governo di questo cambiamento?

Un input dal governo Draghi con l’aiuto dell’Unione Europea

A maggio il premier Mario Draghi ha presentato in Parlamento un piano di recupero da 235,6 miliardi di euro, dei quali:

  • 191,5 della Recovery and Resilience Facility;
  • 31 dal Fondo complementare;
  • 13,5 dal programma React-EU.

Il “Recovery Fund” avrà l’obiettivo di aiutare l’Italia a riprendersi dalla pandemia, ma anche di rattoppare con delle riforme i problemi di fondo che hanno portato il Paese in ginocchio ben prima della crisi da COVID-19. Il fondo fa parte di un progetto più ampio, il Piano nazionale di ripresa e resilienza (PNRR), sul quale il premier fa affidamento.

“Sbaglieremmo tutti a pensare che il PNRR sia solo un insieme di progetti, di numeri, obiettivi, scadenze. Nell’insieme dei programmi c’è anche e soprattutto il destino del Paese”, ha dichiarato Draghi alle Camere presentando il Recovery Plan.

Il piano servirà infatti anche a finanziare investimenti per modernizzare e digitalizzare l’economia e la burocrazia italiana, incoraggiando contemporaneamente lo sviluppo sostenibile dal punto di vista ambientale e la creazione di nuovi posti di lavoro. Riguardo quest’ultimo punto, la priorità andrà a donne e giovani: le statistiche rivelano che la disoccupazione giovanile in Italia supera il 30%, in più il Paese è da tempo arretrato rispetto alle altre nazioni europee in termini di percentuale di donne nella forza lavoro.

La data da tenere d’occhio questo mese

Ora, l’interrogativo è: quando verrà approvato il Piano dalla Commissione europea? Secondo il governo Draghi, la tanto attesa data potrebbe essere vicina. Ursula Von der Leyen è attesa a Roma il 22 giugno e, in termini ottimistici, la promozione per il Recovery Plan italiano dovrebbe arrivare entro fine giugno. Se così fosse, l’erogazione dei fondi inizierebbe già entro il mese di luglio, con una prima tranche del 13%.

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