Idee & Consigli
L’università italiana è tra le più costose in Europa: aumenta la richiesta telematica
Il percorso universitario è senza dubbio un ottimo investimento improntato all’ottimizzazione del futuro privato e professionale del discente. Studiare all’Accademia consente infatti non solo di conseguire un titolo valido e ufficialmente riconosciuto sul territorio nazionale e internazionale, ma prepara e forma l’apprendente sulla base delle esigenze di mercato attuali, aprendo un ventaglio di opportunità e sbocchi lavorativi davvero prestigiosi.
Università italiana: prestigiosa, ma costosa
I neolaureati vantano profili multi competenti pronti a inserirsi e specializzarsi nell’effettivo mondo del lavoro. Ai risvolti professionali si aggiungono anche le soddisfazioni personali, più correlate al raggiungimento di obiettivi, quali abilità prefissate e traguardi importanti. Il discorso non è confinato alle sedi degli atenei fisici, ma si estende anche alle università telematiche, vere rivoluzioni dell’ultimo ventennio in ambito formativo.
Laurearsi nel Bel Paese resta un vanto per gli studenti italiani e un sogno per gli apprendenti stranieri; ma non tutti possono permettersi di intraprendere un tale percorso. Elevati costi in termini di tasse universitarie, materiale didattico e libri di testo rappresentano un grande vincolo per le matricole. L’Italia offre le università più costose d’Europa. Lo confermano i dati dello studio dell’Unione degli Universitari (UDU): dall’analisi del costo medio annuo è emerso che gli atenei italiani presentano costi decisamente più elevati rispetto alle altre nazioni europee.
Di fronte a tale contesto non sorprende vedere così pochi laureati nel nostro Paese: la percentuale di chi ha portato a termine un percorso accademico entro i confini nazionali è, infatti, del 20.1%, contro il 32.8% della media europea.
Università online: una scelta intelligente
Il quadro si complica se si considera la minima o assente possibilità di istituzioni e iniziative a sostegno del Diritto allo Studio; o ancora, se si pensa ai pendolari o ai fuori sede, costretti ad aggiungere alle spese importi significativi relativi agli spostamenti e a tutti i fattori correlati al trasferimento. Titoli di viaggio, affitti, viveri e bollette rientrano tra le variabili che più gravano sui bilanci familiari, obbligando buona parte dei giovani a valutare valide alternative.
Considerati gli alti costi in termini di quota di domanda di iscrizione e tasse relative alla frequentazione delle lezioni in facoltà e agli esami, molti studenti italiani iniziano a valutare con serietà delle soluzioni diversificate per poter poter continuare a studiare senza gravosi sacrifici. Se alcuni di loro preferiscono anticipare l’inserimento nel mondo del lavoro, innalzando così il rischio di rinuncia agli studi; un numero crescente di studenti sceglie di intraprendere un percorso accademico online.
Tale tendenza è ampiamente condivisa dai giovani italiani: secondo una ricerca dell’Unicusano, il 77,2% degli allievi preferisce continuare gli studi in comodità, da remoto; priorità dell’ultimo biennio: un’alta percentuale di iscritti preferisce laurearsi a distanza grazie a sedi telematiche riconosciute, i cui nomi sono riportati in siti come Atenei Online. Il 13,8% sceglie l’università online per ragioni di salute e sicurezza mentre l’8,9% la considera più efficiente rispetto agli atenei tradizionali.
Gli atenei virtuali più economici d’Italia
In breve, le voci da tenere in considerazione sono le tasse annuali e regionali, la quota di iscrizione, eventuali marche da bollo, diritti di segreteria e altre spese aggiuntive, come ad esempio quella relativa agli esami fuori sede. Tra le Università più competitive in termini di spese vale la pena ricordare, con riferimento al percorso triennale, Unipegaso, Niccolò Cusano, E-Campus, IUL e Marconi; si difendono bene anche Uninettuno, Mercatorum, San Raffaele e Giustino Fortunato. Per la magistrale, invece, spiccano Unidav, E-Campus, Unicusano e Mercatorum. In entrambi i casi, gli importi partono da un valore minimo di 2.000 € all’anno.
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