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Prato Sesia ricorda Loretta Giustina: aveva lavorato in una concessionaria

La donna è morta all’età di 69 anni. Molto riservata, sull’epigrafe i famigliari l’hanno ricordata con una poesia.

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Prato Sesia ricorda Loretta Giustina: aveva lavorato in una concessionaria. La donna è scomparsa all’età di 69 anni. Molto riservata, sull’epigrafe i famigliari l’hanno ricordata con una poesia.

Prato Sesia ricorda Loretta Giustina

Un manifesto con una grande fotografia di un viso solare, una rosa bianca e una poesia molto diffusa sul web: a Prato Sesia si è saputa così la scomparsa di Loretta Giustina, 69 anni, conosciuta e apprezzata nel paese. Loretta Giustina ha voluto tenere nascosta ai più la sofferenza che l’ha accompagnata negli ultimi anni della sua vita, causata da una grave malattia che, dopo una lunga lotta, non le ha lasciato scampo.

Loretta era una persona allegra, determinata, vulcanica. Così la ricorda chi la conosceva. Non voleva la compassione di nessuno e perciò le epigrafi che annunciano che è volata in cielo sono state pubblicate dopo la celebrazione, in forma strettamente privata, dei suoi funerali. I familiari hanno voluto rispettare il riserbo della loro amata congiunta e hanno informato tutti coloro che la conoscevano con dei versi che parlano di speranza e di libertà, e dimostrare il forte legame che li univa con la frase finale “Vivrai in noi anche oltre l’infinito”.

Il ricordo di chi l’ha conosciuta

«Loretta era una persona allegra e diretta, se doveva dire una cosa la diceva schiettamente e dimostrava il suo carattere anche attraverso il suo modo originale di vestire, di mostrarsi – la ricorda Augusto Elifani, titolare della concessionaria di autovetture serravallese dove la donna aveva lavorato fino alla pensione, raggiunta appena qualche anno fa -. Molto spesso i clienti pensavano che fosse una mia socia, perché trattava l’azienda come fosse sua».

«Per me – prosegue l’uomo – è stata una persona indispensabile, che ha contribuito moltissimo anche a formare le impiegate che l’hanno affiancata e poi preso il suo posto. Anche dopo essere rimasta a casa dal lavoro, la nostra amicizia era continuata, ci sentivamo per farci gli auguri nelle occasioni importanti e ogni tanto passava a salutarci, parlavamo, diceva che sarebbe tornata volentieri a lavorare nel suo ufficio. Negli ultimi tempi purtroppo condivideva anche le sue sofferenze, anche se non si lamentava mai. Faceva le cure che le prescrivevano, lottava ma non voleva farsi compatire. Ho capito che la situazione stava peggiorando quando, cercandola al telefono, non mi ha più risposto. Mi dispiace tantissimo per lei, perché era davvero una bella persona».

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