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Cronaca

Truffa delle stufe in bassa Valsesia: sostituzioni farlocche per incassare il bonus

Due persone a processo: a loro insaputa, avevano proposto il giochetto anche un finanziere. E da qui era partita l’indagine.

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Truffa delle stufe in bassa Valsesia: sostituzioni farlocche per incassare il bonus . Due persone a processo: a loro insaputa, avevano proposto il giochetto anche un finanziere. E da qui era partita l’indagine.

Truffa delle stufe in bassa Valsesia: sostituzioni farlocche per incassare il bonus

Due persone, una delle quali titolare di una ditta della bassa Valsesia che si occupa di stufe e combustibili, compagni nella vita, sono stati rinviati a giudizio. Dovrasnno rispondere di una serie di raggiri che avrebbero permesso indebiti profitti e agevolazioni dallo Stato.

Un caso che ha coinvolto parecchie persone: venditori, agenti e clienti. Alcuni sono stati prosciolti, altri hanno patteggiato. Per i due si andrà invece a breve a processo.

In pratica, secondo le indagini, tutta la questione ruoterebbe intorno a una serie di false dichiarazioni grazie alle quali si sarebbero ottenuti indebite agevolazioni previste dallo Stato a favore di chi sostituisce la stufa vecchia in favore di un modello nuovo e meno impattante.
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Le sostituzioni inesistenti

Secondo quando emerso nelle indagini, le dichiarazioni farlocche attestavano che il cliente di turno aveva in casa una vecchia stufa ancora funzionante (anche se in realtà non aveva nulla del genere). E permettevano di avere indebitamente diritto agli incentivi statali per il cambio del generatore termico, con relativi sconti in fattura e profitti che ammontavano a circa 1.500 euro a persona.

Tra l’altro, durante le indagini si è scoperto che la stessa presunta stufa da cambiare era più volte la stessa, così come risulta da fotografie presentate per l’apertura della pratica di incentivo.

Volevano coinvolgere un finanziere

A far nascere i sospetti era stato, nel 2019, un agente della Guardia di finanza che, in qualità di privato cittadino, si era recato nel punto vendita della bassa Valsesia per acquistare una stufa. In quel frangente, gli sarebbe stato fatto presente che, qualora avesse avuto una vecchia stufa da sostituire, si potevano ottenere le agevolazioni previste dalla legge.

Il cliente-finanziere aveva spiegato che purtroppo non aveva alcuna stufa: al che, gli era stato obiettato che, volendo, c’era il modo di aggirare l’ostacolo con una dichiarazione ad hoc.

Partita l’indagine

Da qui erano partite le indagini, durate parecchi mesi. Per questo raggiro andranno a breve in aula un 37enne di Borgomanero e una 31enne di Fara Novarese, compagni nella vita. A lei era intestata la ditta che aveva effettuato le sostituzione delle stufe.

Come detto, per il caso erano stati coinvolte altri persone. Un agente di commercio era stato prosciolto, idem un cliente. Altri tre clienti che avevano effettuato il cambio della stufa, tutti residenti in bassa Valsesia, sono stati giudicati con rito abbreviato e poi assolti.

Poi ci sono altri quattro clienti che invece hanno deciso di chiedere (e ottenere) il patteggiamento della pena: due di loro sono stati condannati a una pena di due mesi, altri due a una pena di quattro mesi, tutti per il reato di truffa ai danni dello Stato, e tutti con il beneficio della condizionale.

I due principali accusati hanno invece deciso di affrontare il processo: evidentemente, ritengono di avere degli elementi che contrastano con le ipotesi accusatorie nei loro confronti.
Foto d’archivio

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