Politica
Borgo, l’ex sindaco contro il nuovo: «Gran lavoro per smarcarsi dall’era Buonanno»
Alice Freschi commenta l’ultima seduta consiliare
Dal consigliere di minoranza ed ex sindaco di Borgosesia Alice Freschi, riceviamo e pubblichiamo alcune considerazioni relative al recente consiglio comunale
«Buona parte della serata è stata dedicata alla vicenda dell’ex sindaco Rotti che, la maggioranza, sta cercando di far fuori in ogni modo. Mi tornano alla mente le vicende di un altro consigliere che, preso di mira, ha dovuto dare le dimissioni salvo poi vincere la causa. Allora alzai la mano anche io, e me ne scuso ancora (ma non potevo fare diversamente), anche se l’ingiustizia era palese; adesso ho il vantaggio di essere libera e se alzo la mano sarà solo perché ritengo sia una cosa giusta non perché mi viene imposta. Prima esisteva un certo modo di fare, a volte positivo a volte negativo, ma sempre con una mia fedeltà di fondo e di stima per le capacità dell’uomo che con due parole sapeva compensare e riconoscere o punire. C’era ascolto. Con la lista civica “Noi per Borgosesia” ho voluto distaccarmi da una situazione che era degenerata.
Adesso, dopo sette anni passati con Buonanno, dopo aver utilizzato il suo logo e la famiglia la cosa importante per chi comanda è che risalti la discontinuità rispetto al passato, ma da cosa o da chi? E’ così per la piazza, fatta come aveva scelto e deciso lui, ma ora cambiata; per la cultura museale, sulla quale in consiglio ho sentito varie affermazioni non corrette; per le associazioni che tra un po’ dovranno traslocare o hanno già avuto la lettera di sfratto, perché ci sono altre idee non ancora spiegate; per cambiare di corsa il segretario; per i lavoratori ex Armata Brancaleone assolutamente scomparsi tranne pochi fortunati o previdenti.
Anche l’Agenzia delle entrate ha avuto il suo momento: l’amministrazione ha riferito di aver incontrato il direttore locale e sentito quello regionale ma non ci sarà posto per l’ufficio di Borgosesia se non nel vecchio ospedale. Ed è sicuro che se ne parlerà davvero “a babbo morto” perché l’ufficio nel frattempo sarà stato chiuso con il personale ridistribuito sul territorio e la Valsesia avrà perso. Ma non si può fare un pensiero valsesiano che coinvolga i sindaci per evitare di dover andare fino a Vercelli e impedisca una dispersione del personale? Deve essere dura inventarsi come fare per Borgosesia, pensando di essere uguale al proprio padre spirituale, dovendo per forza fare la guerra a qualcuno, come tutti i guerrieri indomiti?».
Alice Freschi
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