Politica
Dopo Sabbia, Varallo pensa già ad accorpare altri Comuni
I piccoli centri non ce la fanno più ad andare avanti e la situazione è destinata a peggiorare
La fusione tra Comuni? Una scelta obbligata per molte piccole realtà. Così Sabbia potrebbe essere il primo centro di una serie che Varallo andrebbe a includere. L’amministrazione sta infatti valutando altre possibili fusioni in futuro. Quella con Sabbia rappresenta il trampolino di lancio da cui partire. Poi, se andrà in porto come entrambe le amministrazioni si augurano, ne potrebbero seguire altre. Ovvio che la fusione deve avvenire tra comuni confinanti, quindi le strade da percorre sarebbero in direzione di Cravagliana e Vocca a nord e Civiasco e Quarona a sud. Tutto da valutare naturalmente, ma le premesse ci sono. Intanto il primo passo è il referendum su Sabbia: ha preso il via lunedì la carrellata di incontri in città e nelle sue frazioni con i cittadini in vista del voto di domenica 1 ottobre. E’ importante per l’amministrazione cittadina «far capire la decisione presa – spiega il sindaco Eraldo Botta -. Una strada comunque obbligata per i piccoli comuni, quella della fusione – sottolinea il primo cittadino -. Si tenga presente solo il fatto che Sabbia contava 711 residenti nel 1912, un numero che è andato gradatamente e direi inesorabilmente calando, oggi sono 57. La Sabbia di una volta non esiste più con un’inevitabile perdita di servizi e di finanziamenti statali: ormai i Comuni piccoli non ce la fanno più ad andare avanti e la situazione purtroppo è destinata soltanto a peggiorare».
I benefici che la legge oggi prevede per questo tipo di fusione consistono nell’erogazione da parte dello Stato e della Regione di 9 milioni e 491 mila euro distribuiti nell’arco di dieci anni. «Una somma decisamente importante e a cui non possiamo rinunciare – prosegue Botta -: ci permetterà non solo di investire su Varallo, ma anche, e parecchio, su Sabbia. Il Comune della val Mastallone non perderà affatto la sua identità: anzi i benefici che ne trarrà sono molti. Capisco che diventare una frazione possa non piacere a tutti, ma Sabbia resterà Sabbia con la sua storia, la sua realtà, le sue associazioni. Sono molto legato affettivamente a questo paese. Da parte paterna, sono infatti orginario di Erbareti, quindi sono molto onorato di diventare il sindaco anche di quella che sento la mia terra. Amo profondamente quel territorio e nulla farei per penalizzarlo».
Se il referendum otterrà il sì (è sufficiente perché sia valido che la maggior parte dei votanti esprima parere favorevole), l’iter successivo sarà molto veloce: «Convocheremo subito il consiglio in entrambi i comuni per mandare in Regione il risultato del voto», spiega Botta, e dal primo gennaio 2018 Sabbia diventerà a tutti gli effetti frazione di Varallo. «Abbiamo una grande opportunità – ribadisce il sindaco – non lasciamocela sfuggire. Incorporando Sabbia, Varallo diventerà un comune di 102 chilometri quadrati e dunque il più grande della provincia per estensione territoriale e uno tra i primi venti del Piemonte. Ne consegue che potremo concorrere a finanziamenti statali e regionali importanti di cui ne beneficeranno tutti».
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