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Mendicanti espulsi da Varallo: scrivono assessore e consigliere

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Enrica Poletti e Nathalie Ricotti intervengono sul cosiddetto “daspo urbano”.

Sulla questione dell’allontamento dei mendicanti attuato a Varallo, intervengono l’assessore ai servizi socio-assistenziali Enrica Poletti e il consigliere Nathalie Ricotti, già presidente dell’Avas.

«Desideriamo rispondere alle dichiarazioni pervenute dal consigliere Luca Cravanzola nell’articolo del 21 agosto in merito alla volontà di applicare il decreto Minniti da parte di questa amministrazione. Dichiarazioni in cui entrambe venivamo citate. Dobbiamo innanzitutto precisare che le scriventi erano state informate entrambe e pertanto a conoscenza delle intenzioni del sindaco di avvalersi di questo istituto al fine di garantire una maggior tutela nei confronti dei cittadini varallesi. Infatti una delle tecniche più antiche e ancora oggi più usate dai malviventi per circuire, distrarre, ingannare e quindi derubare le persone più deboli e soprattutto gli anziani, è proprio quella dell’avvicinamento pietoso messo in atto attraverso l’accattonaggio. Non potendo quindi distinguere e riconoscere chi ha veramente bisogno (e può accedere ai programmi istituzionali previsti e quindi va aiutato) da chi invece pone in atto questa azione con l’intenzione mascherata di delinquere, se vogliamo tutelare questi soggetti deboli e soprattutto come anzidetto gli anziani, il vietare la pratica dell’accattonaggio è sicuramente un buon metodo.

Oltre a questo aspetto occorre riflettere a domandarci: “Come mai queste persone arrivano da lontano per fare la questua proprio nel giorno di maggiore affluenza quale è il giorno di mercato e poi spariscono? Avete mai visto un cittadino di Varallo effettivamente bisognoso chiedere l’elemosina all’angolo di una strada? E’ ormai nota l’esistenza di vere e proprie “squadre organizzate”, professionisti dell’accattonaggio che, puntualmente spostandosi con i mezzi pubblici oppure con pulmino e autista, arrivano nei paesi in occasione di fiere e mercati spesso affiancati da abili borseggiatori. I primi per rimediare alcuni spiccioli, i secondi per tentare più lauti guadagni. Non si intende certamente fare dell’allarmismo o di “tutt’erba un fascio”, ma certamente occorre tenere gli occhi aperti nei confronti di quelle persone che fanno dell’accattonaggio la loro professione, approfittando della generosità di tanti cittadini, quando non anche mettendo in atto dei veri e propri tentativi di raggiro rispetto ai quali occorre vigilare e adottare gli opportuni strumenti di tutela che la legge ci consente.

Nel caso specifico del mendicante rumeno allontanato recentemente da Varallo, ricordiamo che il suo comune di residenza è Novara. Città quindi che, se costui avesse veramente bisogno, ha il dovere di occuparsene, così come Varallo si è sempre occupata dei varallesi in questa condizione. A riguardo ci sembra altresì opportuno informare come l’amministrazione comunale di Varallo, già dal manifestarsi dei primi effetti della crisi socio-economica che ha attraversato e sta attraversando anche e non solo il nostro Paese (e stiamo parlando degli anni 2009-2010), ha progressivamente incrementato nel corso degli anni le somme a bilancio destinate agli aiuti nei confronti delle persone in difficoltà residenti nella nostra città, le quali si rivolgono all’Ente richiedendo varie forme di assistenza.

In proposito rendiamo noto che dall’inizio dell’anno 2017 è già stata elargita in aiuti socio-assistenziali la somma di 34.700 euro, di cui 5.300 euro in buoni spesa alimentari, a indicare che l’amministrazione comunale di Varallo non è certo insensibile ai bisogni del proprio territorio. Si fa inoltre presente che il Comune mette a disposizione gli alloggi di proprietà a favore dei nuclei familiari a basso reddito, praticando un canone di locazione agevolato e che interviene nei confronti di questi ultimi per mezzo delle riduzioni dal pagamento delle spese dei servizi scolastici e della compartecipazione nel pagamento dei tickets sanitari. In conclusione, il fatto che per ora non siano ancora giunte lamentele e denunce in merito alla pericolosità dell’accattonaggio, non significa che un buon amministratore non abbia il dovere di prevenirle. Invitiamo quindi tutti i varallesi che siano in difficoltà a rivolgersi con fiducia e senza timore alle strutture istituzionali e associazioni riconosciute, come il Comune, l’Avas, lo Sportello del cittadino e tutte quelle che si occupano seriamente e discretamente di chi ha veramente bisogno, per trovare, dove possibile, una soluzione ai loro problemi».

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