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A Ghemme la guerra dei mutui si combatte con manifesti e volantini

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Botta e risposta tra maggioranza e opposizione 

A Ghemme è scontro tra maggioranza e opposizione a suon di volontani: la miccia che ha fatto scattare le parti è la questione dei mutui. L’anno scorso dalle casse dei Comune di Ghemme sono usciti 469.631 euro per pagare la rate di 46 mutui. E senza la rinegoziazione di alcuni di essi se ne sarebbero spesi 64mila di più. L’amministrazione comunale della città del vino ha deciso di “mettere in piazza” le cifre, affiggendo un manifesto nell’androne del municipio con l’elenco completo dei finanziamenti accesi a partire dal 2000. Chiunque può fermarsi e farsi un’idea di come stanno le cose. Si scopre così, ad esempio, che per i lavori al nido (dopo la rinegoziazione del 2015) bisognerà andare avanti a pagare fino al 2055, mentre le rate per la manutenzione di immobili (per un totale di 50mila euro) scadranno già l’anno prossimo. In tutto Ghemme è indebitata per più di 8 milioni, soldi impegnati per progetti di vario genere, alcuni attuati solo in parte: si va dal rifacimento delle coperture delle scuole del paese, all’arredo urbano, agli impianti fotovoltaici, senza dimenticare telecamere, asfaltature, piano del traffico, qualificazione del centro storico, residenza per disabili, museo storia e patria, sede Onav, poliambulatorio Asl.

Fin dai primi giorni di insediamento il sindaco Davide Temporelli e la sua giunta avevano sottolineato le difficoltà in cui versa il paese anche per i troppi mutui contratti. Ora la scelta di rendere pubbliche le cifre, per “trasparenza e per non dimenticare”, come si legge sul manifesto, in cui sono evidenziati in azzurro i mutui rinegoziati negli ultimi due anni. Nel mirino della critica è soprattutto Alfredo Corazza, sindaco per tre legislature e “papà” della maggior parte di quelle spese. La sua risposta non si è fatta attendere, e il mezzo usato è un volantino apparso nelle vetrine di qualche negozio. «La maggioranza ha fatto un clamoroso autogol – scrive Corazza – . Si vanta di aver risparmiato 64mila euro all’anno con la rinegoziazione, ma non dice che (conti della ragioneria alla mano) a fronte del risparmio dei primi anni, poi si pagheranno quasi 694mila euro in più. La maggioranza in pratica ha fatto un debito con i mutui, il sottoscritto ed Enoch, invece, hanno dato servizi ed opere pubbliche che i ghemmesi apprezzano e usano tutti i giorni. C’è una bella differenza».

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