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L’ex sindaco: «Di questo passo sarà Postua a diventare un paese terremotato»
Scrive l’ex primo cittadino
L’ex sindaco di Postua Fausto Noris scende in campo con una lettera contro l’attuale primo cittadino Maria Cristina Patrosso.
«Se il buongiorno si vede dal mattino, il nostro paese deve aspettarsi il peggio. Abbiamo un Comune che dispone di una buona situazione economica, ottenuta con oltre quarant’anni di amministrazioni oculate ed efficienti, che hanno lasciato un bel paese riconosciuto da migliaia di persone. Abbiamo ottenuto servizi per i nostri cittadini quali ufficio postale, ambulatorio medico e farmacia, uffici pubblici accessibili a tutti, oltre che ad un patrimonio storico, ambientale ed economico di ottimo livello. Ora riscontriamo che questa amministrazione non ha la benchè minima idea di come si amministra un Comune.
Postua ha avuto nei decenni passati amministrazioni sensibili e impegnate nel fornire ai propri cittadini e ai turisti un paese efficiente e dotato di utili opere pubbliche, il tutto senza indebitare le casse comunali. Ora si continua a leggere sui social e sui giornali le condizioni che il sindaco Patrosso esprime circa l’impossibilità di far fronte ad interventi per mancanza di risorse economiche. Nello specifico, sin dai primi mesi avevamo chiesto di partecipare, insieme ai Comuni di Borgosesia e Guardabosone, agli interventi sulle piste forestali (per quel che ci riguarda, la strada camionabile fino all’alpe Albarei, che avrebbe consentito il recupero delle baite e il trasporto a valle di migliaia di tonnellate di legname), così come altri numerosi interventi a favore dei cittadini. A tutto questo si è però rinunciato per mancanza di fondi, come ha dichiarato il sindaco.
Assolutamente niente di vero: tutte scuse dettate da incapacità e mancanza di volontà. Le suddette lamentazioni sono del tutto infondate in quanto il Comune dispone di entrate fisse notevoli (Baraggia, affitti, impianto fotovoltaico), senza contare che l’anno scorso si sono avanzati oltre 130.000 euro, come si evince dal conto consuntivo che invitiamo tutti, con un po’ di pazienza, a consultare sul sito del comune nella sezione bilanci 2016. Questo significa aver avuto oltre 100mila euro disponibili, perché trattasi di risorse derivanti dall’amministrazione corrente. Perciò non si ha la benchè minima idea delle disponibilità comunali da utilizzarsi nel medesimo 2016.
Inoltre non si è disposto per i prossimi tre anni, nemmeno un centesimo di euro per i lavori pubblici. Parafrasando un vecchio detto possiamo dire di essere una famiglia benestante che vive in miseria.
La mancata capacità nella gestione delle risorse disponibili è un aggravante che viene pagato senza dubbio dalla comunità postuese. Inoltre dobbiamo riscontrare diverse situazioni che si stanno verificando, vedi i tagli del manto stradale non ripristinati, la pulizia delle strade, delle cunette e delle aree legate alla memoria che lasciano alquanto a desiderare. Per non parlare dei nostri defunti che meriterebbero maggior rispetto ed attenzione. Di tutto questo se ne è accorta anche la torre campanaria che da un po’ di tempo emette suoni da morto. A tal proposito, anche a questo complesso occorrerebbe un profondo intervento di ristrutturazione per evitare addirittura, a detta dei tecnici intervenuti per la normale manutenzione, il crollo della struttura: era infatti già stato richiesto un preventivo dalla precedente amministrazione. Ma non ci sono i soldi! E pensare che negli anni scorsi il Comune di Postua ha meritato il riconoscimento di Comune fiorito.
In conclusione, a proposito di fiori, stiamo anche assistendo ad un “fiorire” di abusi edilizi in ogni angolo del paese senza alcun intervento da parte dell’amministrazione comunale che sta in tal modo vanificando il corretto operato delle passate amministrazioni, le quali hanno permesso al nostro paese un ordinato e corretto sviluppo edilizio.
Infine, lodevole è l’impegno per i terremotati con la continua raccolta di fondi, ma forse anche Postua avrebbe bisogno di più attenzione e impegno: di questo passo saremo noi il primo Comune terremotato della Valsessera».
Fausto Noris
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