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La Cina non fa più paura, ora è una opportunità
Scenari e prospettive per le imprese
«La Cina: in passato abbiamo trascorso diversi anni a organizzare seminari dal titolo “Cina: minaccia o opportunità”. Mi sembra che abbiamo superato questo dilemma. Si tratta di rivolgersi a questo “continente”, a questo incredibile mercato, con la giusta preparazione e i giusti investimenti. Quel Paese ha subìto cambiamenti radicali e l’approccio nel 2017 non può essere simile a quello del 2010 o del 2000».
Con queste parole Claudia Ferrero, responsabile dell’Area Internazionale e Fiscalità dell’Unione Industriale Biellese, ha aperto martedì scorso la presentazione, nella sede Uib di Biella, unica tappa piemontese, dell’ottava edizione del Rapporto
annuale “Cina 2017 – Scenari e prospettive per le imprese”. Il rapporto previsionale, elaborato dal CeSIF, il Centro Studi per l’Impresa della Fondazione Italia Cina, è giunto quest’anno all’ottava edizione e raccoglie ricerche analisi di rischio e previsioni nel breve-medio periodo sulla Cina; l’edizione del 2017è composta da 486 pagine, 366 grafici, 65 tra tabelle e box.
«In un processo che prevede la crescita degli elementi propri di un modello più
sostenibile (servizi, ambiente, qualità e boom dei consumi) e la riduzione delle
criticità (investimenti improduttivi, debito e sovraccapacità produttiva) – ha spiegato
Alberto Rossi, responsabile marketing della Fondazione Italia Cina e analista del
CeSIF – l’economia cinese ha ottenuto nel 2016 successi sul primo versante, mentre i
progressi per il secondo stentano a rispettare le previsioni: non si è avuto
l’avanzamento atteso nella riduzione della sovraccapacità produttiva, la produzione
industriale è cresciuta, il debito è esploso e gli investimenti in capitale fisso hanno
ripreso a crescere».
In un Paese nel quale il target di crescita del Pil per il 2017 è del 6,5% e prosegue la
crescita dei consumi, trainati dal boom digitale, l’interscambio fa registrare 2.098,16
miliardi di dollari Usa (-7,71%, contro il -2,9% del 2015) e l’import 1.587,42 miliardi
di dollari Usa (-5,49%, contro il -14,2% del 2015); in calo anche il surplus
commerciale: l’avanzo per l’economia cinese è pari a 510,73 miliardi di dollari Usa (-
14%, contro il +54,8% del 2015). Una congiuntura negativa, questa, dovuta al
processo di riforme che sta portando avanti la Cina verso una nuova normalità e un
mercato più maturo, con una crescita più basata sui consumi che su investimenti ed
esportazioni nette.
Sono 170 contro 126 gli investimenti diretti esteri in uscita e in entrata, in miliardi di
dollari Usa. Secondo il Rapporto annuale, per la prima volta nel 2015 la Cina è
diventata un investitore netto, investendo nel mondo più di quanto i Paesi stranieri
abbiano investito in Cina.
Per quanto riguarda gli investimenti in entrata, la Cina è stata nel 2016 il terzo Paese
al mondo per destinazione di flussi, dopo Stati Uniti e Regno Unito; l’Italia è stato il
19° Paese fonte di questi investimenti (223 milioni di dollari Usa), e il 30% di essi
riguarda il settore manifatturiero.
Sul fronte degli investimenti in uscita, la pubblicazione sottolinea come, tra il 2015 e
il 2016, la quota di investimenti nel settore manifatturiero sia passata dal 13,72 al
19,42%.
«Pur in un quadro che presenta indubbie difficoltà e che non è automaticamente
sinonimo di rapida crescita ed espansione – ha affermato il direttore operativo della
Fondazione Italia Cina, Marco Bettin, rivolgendosi agli imprenditori – c’è certamente
ancora spazio per essere ottimisti. Il mercato cinese, complesso e dinamico, rimane
certamente uno dei più strategici: occorre però adattarsi alla “nuova normalità” e
cogliere le opportunità che si presentano. Le imprese dovranno adattare il loro
approccio al nuovo contesto che, privilegiando la qualità, presenta indubbiamente
nuovi spazi per le produzioni a più alto valore aggiunto, tipiche del nostro Paese. Di
certo, nessuna società con ambizioni globali può e potrà permettersi di ignorare il
mercato cinese».
All’incontro sono inoltre intervenuti Silvia Sabato, responsabile dell’area Business
promotion di CEIPiemonte, Emanuele Vitali, co-founder e direttore commerciale di
East Media, e Paola Casiraghi, trade lane manager di Greater China DHL Global
Forwarding Italia. Nel corso dell’appuntamento, Nicolò Zumaglini, Ceo del Lanificio
Subalpino, e Luca Negri, deputy general manager di Giacomini, hanno portato
all’attenzione della numerosa platea (tanti gli imprenditori in arrivo da fuori
provincia) i rispettivi casi aziendali.
A margine dei lavori, è stato dato l’annuncio che, grazie alla collaborazione con la
Fondazione Italia Cina, in autunno l’Unione Industriale Biellese, per il tramite di
AssoServizi, proporrà corsi specifici dedicati alla Cina.
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