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La top fifty delle “parolacce” in piemontese
Parole antiche che continuano a far parte del linguaggio del nostro tempo sebbene pochi sappiano coglierne il significato originario.
E formata da 50 lemmi curiosi e coloriti, rigorosamente in dialetto piemontese, la top fifty stilata dal sito guidatorino.com che raccoglie le parolacce in gergo con cui molti piemontesi ancora si esprimono.
Parolacce mediamente tollerabili, abbondantemente “sfoggiate” da Luciana Littizzetto nei suoi monologhi più per strappare un sorriso che per offendere. Parole antiche che continuano a far parte del linguaggio del nostro tempo sebbene pochi sappiano coglierne il significato originario.
Da gadan a fol, passando attraverso a fulatun balengu e badòla. Ma anche facia ‘d tòla, tabaleuri, falabrac, ciapa-ciuc e cutu. Senza tralasciare, ovviamente, blagor, fagnan, pepia e baloss.
Chi volesse rispolverarli può farlo al link http://www.guidatorino.com/le-30-parolacce-piu-curiose-in-dialetto-piemontese/.
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