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Pray chiama i sindaci vicini: uniamo i Comuni

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Il calo demografico rischia di mettere a dura prova l’esistenza dei paesi più piccoli

Un Comune unico in Valsessera? A Pray l’amministrazione ha intenzione di sondare ancora una volta il terreno cercando di capire quali sono le intenzioni dei centri vicini. L’esempio dei Comuni di Trivero, Mosso, Valle Mosso e Soprana che sono ormai pronti a mettersi insieme potrebbe in qualche modo fungere da traino.

Gian Matteo Passuello, sindaco di Pray, non ha mai nascosto che l’obiettivo rimane quello di una fusione tra i Comuni della Valsessera. «Al momento la vedo dura – spiega -. Ci sono segnali negativi da parte di molte amministrazioni, noi abbiamo un dialogo aperto e costante con Coggiola». Un po’ meno con altri. Ma il primo cittadino non si rassegna: «Vogliamo ricominciare a discutere di fusione. Nelle prossime settimane proporremo un incontro aperto a tutti gli amministratori per capire se ci sono le condizioni». Bisogna fare presto: «Se la situazione in qualche modo si sblocca in questi primi tre mesi, allora si può davvero pensare a parlare di fusione per il prossimo anno. Altrimenti è un argomento che rischia di slittare ancora».

Ma ormai le fusioni stanno diventando sempre più numerose, finora tra Governo e Regione arrivano ancora incentivi importanti come la somma di un milione e 700mila euro garantita al nuovo ente che nascerà dalla fusione di Mosso, Trivero, Soprana e Valle Mosso per dieci anni. A lungo andare i benefit economici potrebbero anche finire. «Sicuramente l’evoluzione del progetto in valle di Mosso è un esempio da prendere in considerazione – spiega -. I quattro Comuni hanno deciso di fondersi in un unico ente pur mantenendo vive le municipalità nomi e tradizioni dei rispettivi territori».

Tra l’altro Pray era stato contattato anche per far parte della maxi fusione con Trivero e company. «Abbiamo ascoltato la proposta, ma sarebbe stata difficile da realizzare. Il motivo? Non ci sono le condizioni. Il problema è che per cominciare a parlare di fusione bisogna aver fatto qualcosa insieme a livello amministrativo. Con Trivero non ci lega nulla: abbiamo Asl e servizi sociali diversi, la stessa ditta che raccoglie l’immondizia è diversa, per dirne una. Sono più le cose che ci dividono che quelle che ci uniscono. I quattro Comuni che hanno deciso di fondersi invece hanno lavorato a lungo insieme mettendo insieme anche diversi servizi, penso per esempio al personale della polizia municipale, oltre ad altre attività».

Passuello spera quindi che anche in Valsessera ci sia un movimento che porti alla fusione. «Guardiamo i numeri – spiega -. A Pray nel 2017 abbiamo avuto 50 decessi e appena 10 nati. Siamo un paese di 2200 anime e tra dieci anni rischiamo di perdere almeno 500 residenti. Non dimentichiamo che siamo ancora una realtà attiva dal punto di vista lavorativo, con aziende che investono sul territorio. Eppure il calo demografico continua e non ci sono segni di un’inversione di rotta. Mi domando quindi tra dieci anni cosa rimarrà negli altri Comuni della zona. Meno persone residenti vuole dire anche meno contribuenti, quindi meno risorse che l’ ente pubblico può investire per il territorio, e quindi il rischio è quello di dare meno servizi o comunque farli pagare di più in futuro».

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