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Quarona, gli ”Emotivi anonimi” portano in scena l’orrore dei lager

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L’opera è stata scritta e diretta da Joyce Conte

Le vite di due giovani ebrei vissuti durante la Seconda Guerra Mondiale sono stati i fili rossi di “Cenere e filo spinato”, spettacolo andato in scena nei giorni scorsi al salone Sterna di Quarona.

La rappresentazione proposta in occasione della “Giornata della memoria” è stata scritta e diretta dal quaronese Joyce Conte. 

Nel primo atto è stata messa in scena la storia di un giovane ebreo torturato e ucciso ad Auschwitz, nel secondo le vicende di una giovane ebrea costretta a servire a casa di una famiglia nazista. «Il pubblico ha partecipato numeroso e attento – evidenzia Conte -. Lo spettacolo non ha raccontato ciò che accadeva, ma ha mostrato con azioni reali la crudeltà e le torture inferte dai nazisti agli ebrei. Lo scopo era rivivere sulla propria pelle ciò che è stato, un graffio indelebile nei veli del tempo che ancora oggi imbratta di sangue la memoria. Il pubblico si è trovato marchiato con numeri di riconoscimento, il palco era recintato da filo spinato nel tentativo di ricreare uno scenario realistico. Lo spettacolo è stato crudo e molto forte, in particolare per alcune scene ispirate da testimonianze riportate dai sopravvissuti riguardo le torture subite nel lager: la costrizione nel bere l’urina, gli stupri sulle donne, la costrizione a stare nudi nella neve e nel ghiaccio, la cucitura delle vagine». 

Numerosi sono coloro che hanno partecipato all’evento. «Il pubblico ha gradito e condiviso. Ricordare il passato è fondamentale, non solo per onorare le vittime, ma soprattutto per migliorare il nostro mondo attuale dove la violenza vive ancora sotto varie forme, come bullismo, omofobia, razzismo. Bisogna smuovere le coscienze e sollecitare tutti alla riflessione e al recupero di valori come l’umanità e l’amore».

Insieme a Conte protagonisti sul palcoscenico: Gaia De Antoni, Nicola Galli, Elisa Negro, Bruno Sasselli, Marta Sasselli, Martina Zambonini e Deborah Gallotta per le parti di danza. La parte tecnica, per audio e luci, è stata curata da Marco Pimazzoni.

 

 

 

 

 

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