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Tensione alla Comero di Gattinara, oggi incontro per l’integrativo
Nei giorni scorsi è stato proclamato lo stato di agitazione
I lavoratori del lanificio Comero di Gattinara in agitazione. A determinarlo è la decisione dell’azienda di rescindere l’accordo integrativo, in vigore da più di quindici anni, che garantiva circa 1700 euro all’anno in più per ciascun dipendente. Sul tavolo di discussione anche il licenziamento di due addette all’ufficio commerciale estero. Un primo confronto fra le parti sarà oggi pomeriggio nella sede dell’Unione industriali a Vercelli.
La vertenza è deflagrata in un periodo in cui al lanificio Comero, una delle più importanti e storiche aziende sul territorio gattinarese, la prima per numero di occupati nel settore tessile con circa 160 dipendenti, la situazione era positiva, con ogni reparto a pieno regime. A inizio anno si era chiuso l’affidamento al contratto di solidarietà, dopo una riduzione di personale concordata per una decina di persone prossime alla pensione. Anche per questo, la decisione di interrompere l’accordo integrativo aziendale è giunta inaspettata. Lo stato di agitazione è stato proclamato nel corso delle numerose assemblee convocate nei giorni scorsi: «Si comincia con il blocco di eventuali flessibilità e straordinari – evidenziano Daniele Bovolenta di Filctem Cisl, Michele De Bonis di Femca Cisl e Alessandra Ranghetti di Uiltec Uil -, e si arriverà fino allo sciopero delle maestranze radunate davanti ai cancelli del lanificio se non ci saranno risposte accettabili da parte dell’azienda».
L’accordo integrativo era in vigore dal 2001, la sua disdetta è dei primi giorni del mese scorso: «Una disdetta formale e unilaterale – spiegano i rappresentanti delle organizzazioni sindacali territoriali -. Pur non essendo stato rinnovato per molto tempo a causa della crisi congiunturale del settore tessile, l’accordo aveva ancora pieno valore e garantiva ai lavoratori una piccola quota di salario aggiuntiva ai minimi tabellari previsti dal Contratto nazionale del settore tessile. Tradotta in denaro, la disdetta del contratto integrativo significa una perdita secca di salario di circa 1700 euro all’anno per ogni lavoratore di Comero. E, cosa ancor più grave, a seguito della richiesta di incontro avanzata dalle organizzazioni sindacali, sia l’azienda che Confindustria Vercelli non hanno dato risposta sull’argomento. Un tale atteggiamento aziendale dimostra la pochissima attenzione rivolta alle proprie maestranze sebbene producano e lavorino con fatica tutti i giorni in fabbrica con retribuzioni anche di soli 1200 euro al mese».
Un primo obiettivo è stato raggiunto: nella giornata di venerdì l’azienda ha chiesto un confronto con i sindacati: l’incontro sarà oggi alle 15.30 nella sede dell’Unione industriali a Vercelli: «Sarà l’occasione per capire le ragioni della disdetta – auspicano i delegati delle tre organizzazioni sindacali -. Ci attendiamo che la decisione venga rivista con il rinnovo dell’integrativo».
Seppure non sarà affrontata nell’incontro di oggi pomeriggio, una seconda questione coinvolge il lanificio gattinarese: «Nel mese di settembre l’azienda ha licenziato due lavoratrici impegnate nell’ufficio commerciale estero – espongono i sindacalisti -. Un licenziamento motivato con la soppressione di quel carico di lavoro che finisce per essere spalmato sui colleghi rimasti in forza a quell’ufficio. Una modalità, anche questa, che esce da quelle che sono le consolidate prassi di discussione e condivisione dei problemi aziendali con il sindacato che da sempre è disposto a ragionare per trovare la soluzione migliore ai diversi problemi».
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