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Tessili in sciopero dopo oltre 20 anni

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A Biella per protestare anche i dipendenti valsesiani

Venerdì i dipendenti del settore tessile sono tornati a farsi sentire a Biella e in tutta Italia, non succedeva da oltre 20 anni. Presenti anche le sigle sindacali Rsu dei maggiori lanifici della Valsesia e della Valsesia. La protesta è stata concentrata lungo via Torino con un presidio davanti ala sede dell’Unione industriale biellese.

Ovviamente non c’è concordanza sulle cifre di partecipazione: secondo i dati del sindacato l’astensione dal lavoro è stata in media dell’80 per cento. Ma nella tradizionale guerra di cifre l’Uib ribatte: «Nelle nostre aziende associate la media è stata del 29,88 per cento».
«Siamo soddisfatti del risultato ottenuto – spiega Gloria Missaggia della Cgil, comparto tessile – per l’alto numero di adesioni allo sciopero concretizzatosi con la manifestazione di protesta a cui hanno preso parte circa un migliaio di lavoratori».

Come detto erano due lunghissimi decenni che il tessile non viveva un momento del genere. «Il nostro contratto – continua la responsabile del sindacato – è scaduto nel mese di marzo purtroppo il confronto con il Sistema Moda Italia a cui fanno riferimento le imprese del settore si è dimostrato sin dall’inizio molto difficile. Ci sono stati ben sette incontri per cercare di trovare un accordo ma le posizioni sono rimaste lontane e inconciliabili tanto da portare allo sciopero odierno».

Per quanto riguarda i contenuti delle trattative, i sindacati hanno chiesto un aumento medio mensile di 100 euro nell’arco dei tre anni, periodo di validità del nuovo contratto, ma la proposta è stata respinta tanto che a ottobre c’è stata la rottura della trattativa. Ovviamente la contrattazione non riguarda solo gli aumenti salariali – che gli imprenditori vorrebbero legati alla produttività e all’inflazione – ma anche ferie, malattia e straordinario volontario. Insomma, in questo momento, trovare qualche punto che avvicini le due parti sembra impossibile.
Anche per quanto riguarda le ferie, tanto per fare un altro esempio, le posizioni sono lontane: il sindacato chiede che si continui come fatto fino ad oggi, ovvero tre settimane consecutive, mentre la controproposta e di due più una.

Ma a parte lo sciopero odierno, il sindacato è pronto al confronto. In una lettera inviata alla controparte viene fatto notare che «lo sciopero non vuole cancellare una storia preziosa di relazioni industriali che hanno permesso alla nostra comunità di affrontare i momenti buoni e cattivi. Biella ha sempre giocato un ruolo importante per costruire le basi e le condizioni dei rinnovi contrattuali e le organizzazioni sindacali auspicano che questo possa ancora avvenire».
Una disponibilità che il fronte degli imprenditori sembra accogliere. «Lo sciopero è una sconfitta per tutti – commenta Nicolò Zumaglini, vicepresidente Uib con delega alle Relazioni Industriali – dovevamo spendere meglio i sei mesi di trattativa. Sul fronte locale voglio precisare che la collaborazione tra imprese e sindacati non è mai venuta meno nel tempo, quindi speriamo accada lo stesso anche questa volta».

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