Cronaca
Grignasco, confermate le condanne per la banda degli “spaccaossa”
Venivano reclutate persone indigenti alle quali si offrivano poche centinaia di euro per farsi arrecare volontariamente gravi danni fisici.
Grignasco, confermate le condanne per la banda degli “spaccaossa”. Venivano reclutate persone indigenti alle quali si offrivano poche centinaia di euro per farsi arrecare volontariamente gravi danni fisici.
Grignasco, confermate le condanne per la banda degli “spaccaossa”
Confermate anche in Corte d’Appello le condanne per i cosiddetti “spaccaossa” che avevano messo a segno la truffa dei falsi incidenti per raggirare le assicurazioni. Due milioni di euro, di cui 700mila liquidati dalle assicurazioni era stato il bottino della banda. E uno dei capi era a Grignasco. Matteo C., 60 anni, era infatti componente di una banda partita dalla Sicilia e giunta fino in Valsesia per mettere a segno il raggiro. All’epoca delle indagini, nel 2022, erano state coinvolte una ventina di persona a vario titolo. Sedici erano state condannate.
La truffa dei finti incidenti con veri feriti
Si parla di “spaccaossa” perché la banda metteva in scena finti incidenti stradali, ma con feriti veri: nel senso che reclutava persone indigenti alle quali offriva anche solo poche centinaia di euro per farsi arrecare volontariamente gravi danni fisici, anche ossa rotte, per fare così la parte della vittima dei sinistri.
Ovviamente i risarcimenti a cinque zeri li incassavano gli organizzatori della truffa, mentre ai fratturati toccavano sostanzialmente le briciole: circa 300 o 400 euro, in media, per un arto rotto con metodi brutali, compresi mattoni o spranghe.
L’incidente di Grignasco
Tra i vari incidenti finti c’è anche quello di Grignasco, che aveva fruttato 250mila euro al danneggiato, pagati dall’assicurazione. Il finto sinistro risale al 29 novembre 2018. Tutto era stato preparato nei dettagli: si era scelta una strada secondaria del paese e una dinamica semplice quanto efficace: un ciclista investito da un’auto. Era presente anche un testimone oculare, e subito l’automobilista aveva ammesso la propria responsabilità.
Dopo i rilievi di rito era partita la richiesta di risarcimento all’assicurazione. Nel 2020 la vittima era stata indennizzata con 250mila euro. Peccato che fosse tutta una messa in scena per raggirare l’assicurazione.
Condanne confermate
Matteo C. di Grignasco aveva rimediato una condanna a 8 anni e 4 mesi. La scorsa settimana in Corte d’Appello a Palermo è arrivata la condanna a 7 anni e 4 mesi di reclusione, uno in meno rispetto al primo grado. Condannati, fra i 14 imputati, anche gli altri due capi, Giuseppe Z. (8 anni) e Vincenzo M. (8 anni 3 mesi e 10 giorni). Era stata la polizia del commissariato Brancaccio di Palermo scoprire la truffa.
Foto d’archivio
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