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Serravalle ricorda Fulvia Demattei, morta a soli 61 anni
Nel 2019 aveva perso il padre, travolto da un’auto a pochi metri da casa.
Serravalle ricorda Fulvia Demattei, morta a soli 61 anni. Nel 2019 aveva perso il padre, travolto da un’auto a pochi metri da casa.
Serravalle ricorda Fulvia Demattei, morta a soli 61 anni
L’altra settimana la comunità di Serravalle ha dovuto dire addio a Fulvia Demattei. La donna è mancata all’età di 61 anni, lasciando un grande vuoto in tutti coloro che la conoscevano. Da qualche tempo stava combattendo contro una malattia che alla fineha avuto il sopravvento. La donna ha lasciato il fratello Maurizio e la zia Rina. Il funerale è stato celebrato nella chiesa parrocchiale di Serravalle.
Persona riservata, ma molto gentile, chi la conosceva ne ricorda la passione per le passeggiate immerse nella natura. Fulvia coltivò questo suo passatempo seguendo anche un sodalizio. Da qualche tempo infatti era parte degli Amatori Sport di Serravalle. Era solita partecipare alle camminate organizzate dal gruppo.
La tragedia del papà investito
La vita di Fulvia non fu semplice. Pochi anni fa dovette affrontare due momenti particolarmente delicati. Dopo la perdita della mamma, fece anche i conti con la morte del papà, che fu investito proprio vicino a casa. Era il 2019 quando un’auto travolse Settimo Demattei mentre era in sella alla sua bicicletta a circa cinquanta metri dalla sua abitazione, su corso XXV Aprile, vicino al semaforo che conduce a Piane e Gattera. La vicenda destò profondo cordoglio in paese sia per il drammatico impatto che vide protagonista il serravallese di 82 anni, sia perchè l’episodio accadde proprio vicino a casa della famiglia della vittima dell’incidente.
Un ricordo colmo d’affetto
Tra le persone che ebbero modo di conoscere Fulvia, c’è la serravallese Piera Mazzone, che scrive. «Quando scompaiono i compagni di gioco dell’infanzia si comincia a pensare di essere proprio in prima linea e che la vita ha dei limiti oggettivi, sempre più vicini ed incombenti. Fulvia era nata il 19 gennaio 1962 e nei suoi primi anni di vita abitò a Piane in frazione Martellone, nell’ultima casa sul limitare del bosco.
Lei, e il fratello più giovane, Maurizio, furono i miei compagni di gioco. Mi spostavo in bicicletta da via dei Ceri a Martellone. Si arrivava al Motocross, poi al bivio per Casa Deambrosis, una breve salita ed ecco le prime case di Martellone, dove abitava il Riccardo ciabattino, pedalavo oltre, casa della Marina, della Irene, della Nives, del Fumo e della Dorsina, poi un’ultima salitina con al culmine la casa della Erica e della Ivonne e, finalmente, in fondo al prato, spuntava la villetta a due piani, cui si accedeva per una breve scalinata.
Il nostro regno era il solaio, un mondo fantastico, popolato di oggetti misteriosi, tutto da esplorare, dotato di finestrelle che erano i posti di guardia di un fortino affacciato sul mondo. I pomeriggi passavano veloci, come la nostra infanzia. Fulvia e Maurizio con i genitori si trasferirono a Serravalle, dove avevamo costruito una casa appena dopo il semaforo. Le nostre strade si divisero: loro a scuola a Serravalle, io a Piane.
Gli anni trascorsero e, pur abitando nello stesso paese non ci fu mai l’occasione di rivederci. Seppi della morte della mamma Annarita e poi a gennaio del 2019 di quella tragica di papà Mario, investito a pochi passi da casa. In quella triste occasione ci siamo riviste, riassumendo in brevi frasi le nostre vite, ripromettendoci di vederci.
Sono passati altri quattro anni, ma soprattutto in mezzo c’è stato il Covid. Il 9 dicembre una laconica epigrafe annunciava la morte di Fulvia. Solo il tempo di salutarla all’obitorio, ma non era più la Fulvia che avevo conosciuto, la malattia ne aveva alterato i lineamenti, la sofferenza aveva impresso tracce pesanti. Maurizio, quasi sperduto, ancora incredulo rispetto a quello che era successo, mi ha raccontato di una malattia che pareva essere stata sconfitta, di un progettato ponte dell’Immacolata da trascorrere con lei a Verona, di lunghe camminate insieme: “Quelli sono i miei ricordi più belli”. Fulvia si è portata con sé una parte della mia infanzia, ma nei miei pensieri resterà la bambina che sfidavo nelle corse in bicicletta».
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