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Bar chiuso dal questore, a Valdilana la protesta del gestore

«Clienti pregiudicati? Mica possiamo chiedere i documenti a chi entra…»

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Bar chiuso dal questore, a Valdilana la protesta del gestore. «Clienti pregiudicati? Mica possiamo chiedere i documenti a chi entra…»

Bar chiuso dal questore, a Valdilana la protesta del gestore

A Valle Mosso l’unico bar del paese aperto tutti i giorni mattino e sera resta chiuso fino al 24 novembre a seguito a un provvedimento del questore. Troppe persone con precedenti tra i clienti. La decisione è arrivata in seguito ai molteplici interventi eseguiti dai militari dell’Arma nell’attività commerciale e in considerazione dell’assidua frequentazione da parte di soggetti pregiudicati. Stando ai verbali dal luglio del 2021 ad oggi, infatti, sarebbero stati circa quaranta i controlli “positivi” effettuati.

Alla luce di ciò, nei giorni scorsi i carabinieri della stazione di Valle Mosso hanno segnalato alla questura di Biella l’allarme, sotto il profilo dell’ordine e della sicurezza pubblica, creato dall’esercizio pubblico. Il questore Delia Bucarelli ha quindi emesso un provvedimento di sospensione dell’attività di 15 giorni.

Protesta la titolare

La titolare dell’esercizio però non ci sta. «Rimanere chiusi per 15 giorni vuol dire mettere in ginocchio una attività commerciale» commenta Jennifer Pasini. «Sono quattro anni che gestiamo questo locale – spiega -. La clientela è quella di sempre. Io non posso chiedere la carta di identità a tutti quelli che entrano. E’ un esercizio aperto al pubblico».

Ammette che qualche episodio c’è stato: «In un paio di occasioni io e mio marito avevamo chiesto l’intervento dei carabinieri perchè c’erano clienti ubriachi che non uscivano. Ma all’interno del mio locale vengono anziani a prendersi il caffè, giovani, ragazzi. Insomma un po’ di tutto…».

“Non ce l’ho coi carabinieri, il problema è la legge”

La titolare non contesta l’operato delle forze dell’ordine: «Non ce l’ho con i carabinieri che fanno il loro lavoro, ma è la legge ad essere sbagliata. Si tratta d un provvedimento vecchio che non tiene conto del contesto in cui viviamo».

La titolare del locale spiega: «Il nostro è ormai l’unico bar del paese, è l’unico aperto praticamente tutti i giorni. E’ normale che ci sia un passaggio maggiore di persone e quindi tra le tante c’è chi può avere precedenti, ma noi come gestori cosa ne possiamo? Mica sappiamo il passato di ogni nostro cliente, magari c’è chi ha avuto problemi per la patente… Vogliamo soltanto lavorare in un periodo dove non è facile far quadrare i conti. E poi non è una bella pubblicità. Noi comunque riapriremo per dare un servizio a tutti i nostri clienti ».

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