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Ladri di sculture sui sentieri dell’alto Triverese
Già sparite una quindicina delle opere realizzate da Alessandro Bozzetto.

Ladri di sculture sui sentieri dell’alto Triverese. Già sparite una quindicina delle opere realizzate da Alessandro Bozzetto.
Ladri di sculture sui sentieri dell’alto Triverese
Un riccio in pietra sul sentiero dei Narcisi, nell’Oasi Zegna, è stato portato via. E’ un’altra scultura di Alessandro Bozzetto che ha lasciato uno spazio vuoto lungo i sentieri dell’alto Triverese. E con questo sono saliti a quindici i lavori in pietra che sono stati trafugati dai vari sentieri in Valsessera e nell’Oasi Zegna.
«Devo dire sinceramente – commenta Bozzetto – che sono molto amareggiato. Sono atti che mi rattristano molto. Io non sono uno scultore professionista, ma lo faccio con il cuore. Mi piace abbellire i sentieri con pietre di fiume o che lavoro in loco, che trasformo ma che rimangono parte dell’ambiente».
Rubate anche opere di 13 chili
«Tutto è nato in modo semplice – aggiunge Bozzetto – per valorizzare, a mio modo, alcuni punti o sentieri insoliti. Il riccio era già stato rubato in precedenza, così ne ho scolpito un altro di circa 13 chilogrammi. Ma anche questo non c’è più. Ora lo rifarò. Ho iniziato alcuni anni fa scoprendo questa passione per la scultura, che si unisce al mio amore per la natura e per la montagna. Non è semplice scolpire la pietra, ci va tempo. Vedere che poi ci sono questi episodi mi demoralizza. All’alpe Farina lo gnomo era a terra, era troppo pesante e probabilmente è stato lasciato lì».
Ma i “furti” di pietre sono diversi: tre al santuario del Cavallero, lungo alcuni sentieri dell’Oasi Zegna o in Valsessera. Gli gnomi in pietra segnano i percorsi che conducono in montagna, diventando parte dell’ambiente naturale. Compaiono come sfondo in foto di escursionisti, sono abbracciati dai bambini, arricchiscono gli angoli di rifugi e fontane come alla Ciota salendo sul Monte Barone.
Uno dei suoi gnomi, del peso di 40 chili, è stato trasportato con l’amico Fabio Gobbo su una barella ed è stato posizionato sulla cima del Monticchio. Ma ci sono anche cuori, animali come pesci, tartarughe, gufi.
“Adesso la cosa sta davvero diventando fastidiosa”
«Inizialmente – continua Bozzetto – la prendevo con filosofia, ora mi dà fastidio e ci rimango male. A volte pensavo che le pietre fossero rotolate da qualche parte, poi cercandole mi accorgevo che non c’erano più, anche quelle pesanti. Pure la farfalla realizzata su una pietra di quarzo è sparita. Non mi sembra di non rispettare l’ambiente posando queste sculture. Il mio intento è quello di “rallegrare” il cammino e a molti piacciono. Rubarle mi sembrano davvero un gesto incivile, che non rispetta chi ci ha lavorato per farle e per lasciarle lì lungo il sentiero».
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Aldo
12 Settembre 2025 at 13:09
cementale,comunque prenderne uno mentre le ruba e dargli badilate sulla testa sarebbe il meno,spero non siano ladri nostrani .
Ardmando
13 Settembre 2025 at 8:09
Scusate ma perchè uno deve seminare (brutte) sculture per i sentieri? Può darsi che quaolcuno non abbia gradito e abbia pensato che certe cose l’artista potrebbe anche tenersele a casa. Come lui ha la libertà di mettere in giro le sue “opere” altri hanno il diritto di farle sparire. I sentieri sono pubblici, c’è a chi piace che vengano decorati e a chi no. Come la mettiamo?
Giorgio
13 Settembre 2025 at 9:18
Viviamo in un periodo storico in cui la bellezza l’arte è la creatività a tutti i livelli non vengono considerati come tali ma visti sotto il mero profilo economico, non siamo nel rinascimento non ci sono più gli illuministi siamo solo capaci di generare supermercati e opere inutili che soffocano il paese,purtroppo alla base di tutto c’è una profonda ignoranza.