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Le telecamere della Rai nella Valsessera senza medici. LE FOTO
Disagi e disservizi spiegati ai microfoni del Tg3. A fine anno migliaia di persone “scoperte”.
Le telecamere della Rai nella Valsessera senza medici. Disagi e disservizi spiegati ai microfoni del Tg3. A fine anno migliaia di persone “scoperte”.
Le telecamere della Rai nella Valsessera senza medici
La mancanza di medici in Valsessera non è un problema solo per gli anziani, ma anche per chi lavora e banalmente ha bisogno di un foglio per stare a casa in mutua. E’ vero che sono attivi gli ambulatori distrettuali, ma prendere appuntamento non è così facile: per di più, magari la visita viene fissata il giorno dopo o quello dopo ancora. O dopo il fine settimana.
Proprio per dare testimonianza di questi disagi, mercoledì mattina a Pray è arrivata una troupe di Rai 3 (per Fuori Tg) per raccogliere le voci dei cittadini. E almeno un centinaio di persone si sono trovate nella piazza del centro commerciale. Il servizio verrà mandato in onda su Rai 3 nazionale lunedì 9 dicembre alle 12.25.
Le voci raccontano il disagio
«Se alla mattina mi sveglio con la febbre, come faccio a stare a casa dal lavoro se non ho il medico che mi dà il foglio con i giorni i malattia? Mica posso prendere ferie o rischiare una assenza ingiustificata». E’ la prima questione sollevata da una donna.
E c’è chi si sente del tutto abbandonato e si sfoga con le telecamere della Rai: «Siamo una valle dimenticata – ha detto un uomo -. Siamo in 6500 persone, molti rimarranno senza medico. Credo che entro fine anno almeno metà cittadinanza resterà “ scoperta” dal servizio».
La telemedicina non c’è più
Anche la farmacista di Portula ha portato la sua esperienza. Proprio per fa fronte alla carenza cronica di medici nella sua farmacia è stato attivato il servizio di teleconsulto: un infermiere di comunità è presente a fianco del paziente per eseguire le analisi di routine e collegato via videotelefono c’è un medico dell’ospedale che visita a distanza. «Questa attività – ha spiegato – è durata due anni finché la dottoressa che si collegava da remoto è andata in pensione. E non è stata sostituita».
Preoccupazione anche tra gli anziani: «Siamo senza medico e quando ho qualche problema vado al pronto soccorso. Se è vero che la salute è prioritaria è meglio che chi ci governa prenda provvedimenti».
L’intervento dei sindaci
Presente anche Lorenzo Boffa Sandalina della Cgil di Biella che ha voluto portare anche la testimonianza della valle di Mosso: «La soluzione non è molto diversa anche nella zona di Valdilana Chi è senza medico di base è potato ad andare al pronto soccorso, poi quattro casi su dieci non sono assolutamente gravi ma intanto si va a intasare un servizio. Se manca medicina di base manca la prevenzione».
Anche i sindaci hanno portato la loro voce ai microfoni del Tg 3. Presenti Paolo Setti di Coggiola, Fabrizio Calcia Ros di Portula, Corrado Garlanda di Crevacuore e Lucio Aimone di Pray. Diversi gli aspetti toccati nel loro interventi.
«Il problema è il numero chiuso a medicina – è intervenuto Setti – che ci ha portato in questa situazione. Abbiamo sul territorio un poliambulatorio come quello di Coggiola che potrebbe essere utile per dare un servizio in più alla popolazione e va potenziato. Abbiamo aderito alla telemedicina e alla formazione del nostro personale per andare a togliere la burocrazia ai medici. Ma finora non è partito nulla di tutto questo…»
Calcia Ros invece per accedere agli ambulatori ha ribadito «la necessità di avere anche più numeri di telefono a cui rivolgersi visto che difficilmente si riesce a prendere la linea».
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