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Musica, canzoni e ricordi: così Trivero ha salutato Luciano Grappeggia

L’addio in piazzetta fra tantissimi amici. Un postino con la passione per lo spettacolo e il calcio.

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Musica, canzoni e ricordi: così Trivero ha salutato Luciano Grappeggia. L’addio in piazzetta fra tantissimi amici. Un postino con la passione per lo spettacolo e il calcio.

Musica, canzoni e ricordi: così Trivero ha salutato Luciano Grappeggia

Tra la musica, le canzoni e i ricordi degli amici, è stato celebrato mercoledì pomeriggio in forma civile il funerale di Luciano Grappeggia, 75 anni, persona conosciutissima in tutto il Triverese per il suo contributo al mondo del canto e del teatro amatoriale, oltre che del calcio.

Chi ha voluto salutarlo un’ultima volta si è ritrovato nella piazzetta di Lora, davanti al bar gestito dalla figlia Valentina e dal marito Nicola. Un ritrovo di amici, con i ricordi raccontati dal figlio Paolo e dall’amico Aldo Vellati, per tanti anni insieme alla “Carovana”. Si è suonato, si è cantato e si è ricordato qualche aneddoto. Tantissimi i presenti, e lui in mezzo.

Sulla bara, i simboli di una vita: la maglia dell’Ac Trivero calcio, la bandiera del Toro e quella del vecchio Pci.

La passione per il calcio

Luciano era il suo vero nome, ma quasi tutti lo conoscevano come “Giuliano”. Chi lo ha conosciuto ricorda il suo sorriso, il suo modo di fare, la sua passione per il canto, per il teatro, per il calcio. Una vita trascorsa sul palco o a contatto con i ragazzi che ha allenato nell’Ac Trivero.

«Conoscevo bene Luciano – spiega Ruggero Coltro –. Eravamo entrambi nell’Aido e abbiamo collaborato insieme in varie occasioni e manifestazioni. Era una persona che si dava tanto da fare, aveva la passione per il calcio e ha allenato tanti giovani nell’Ac Trivero. Ricordo che era riuscito a portare nel campo di Ferrero anche i ragazzi della squadra del Torino per fare una partita. Poi è andato ad aiutare anche nell’Ussa a Ponzone. Era un personaggio, un “attivista” del territorio, infaticabile e con tanto entusiasmo. Una persona che ci teneva davvero e ci mancherà».

L’impegno nella “Carovana”

Grappeggia aveva lavorato come portalettere in zona (nel Triverese e anche a Portula) e si era fatto benvolere dai cittadini, era stato anche consigliere di minoranza. Amava moltissimo il teatro e il canto e ha collaborato a tanti spettacoli teatrali e musicali. Dotato di una bella voce da baritono, di presenza scenica riusciva a emozionare il pubblico. Era stato anche regista nella compagnia teatrale “L’allegra brigata” e membro, per decenni, della Carovana.

«Abbiamo passato 30 anni insieme – ricorda Aldo Vellati –. Ha cominciato con Robin Hood nelle vesti di Fra Tac, poi dopo diverse parti è stato Jacob, nel Joseph. E’ stato un papà e nonno per i tanti figli e nipoti che si sono avvicinati alla compagnia teatrale. Il suo entusiasmo e la sua carica era un esempio. Lo ricorderemo con stima e affetto».

Il ricordo dell’amico Omar

Era salito sul palco anche con Omar Gioia che lo aveva accompagnato spesso con la sua fisarmonica.

«Luciano lo conoscevo bene dal punto di vista artistico, visto che lui aveva la passione del canto. Era venuto da me e mi aveva chiesto se gli insegnavo qualcosa e così abbiamo provato alcuni brani come il “Bandolero stanco”, che ha cantato in diverse occasioni. Era una brava persona che si dava da fare. Amava l’arte, il teatro e il canto, era davvero una sua grande passione che trasmetteva agli altri».

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