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Pray vieta le funzioni religiose nelle strutture comunali

«Non vogliamo che spazi per attività comunitarie si trasformino in sostanza in luoghi di culto».

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Pray vieta le funzioni religiose nelle strutture comunali. «Non vogliamo che spazi per attività comunitarie si trasformino in sostanza in luoghi di culto».

Pray vieta le funzioni religiose nelle strutture comunali

Gli immobili comunali a Pray non potranno ospitare manifestazioni o attività religiose. Lo ha deciso la giunta con una delibera apposita dove si parla della volontà di mantenere una “neutralità religiosa” per questi spazi.

«L’obiettivo è adottare linee di indirizzo circa l’utilizzo delle strutture e immobili comunali, al fine di regolamentarne l’utilizzo per lo svolgimento di manifestazioni religiose – si osserva -. La presenza nel Comune di Pray di etnie con differenti convinzioni religiose sottopone a sistematica verifica la “neutralità religiosa”». Il motivo? «Evitare strumentalizzazioni di ogni genere ed impedire l’esercizio di attività di culto in luoghi inidonei».

No a luoghi di culto sorti a caso

In un altro passaggio della corposa delibera di giunta viene specificato: «L’integrazione, trasparenza e legalità si raggiungono attraverso la pratica del culto in luoghi destinati alla preghiera, va evitato di utilizzare posti in cui formalmente si svolgono attività culturali, ricreative, sportive o commerciali, trasformandoli in sostanza in luoghi di culto».

Questo vuol dire che gli stabili pubblici non potranno accogliere funzioni di qualsiasi tipo di religione. In particolare sono interessati dalla disposizione la sala polivalente comunale, la biblioteca comunale, il mercato coperto, il palazzo municipale, gli impianti sportivi, oltre al parco giochi e l’area verde nei pressi del torrente Sessera. In queste strutture non si potranno svolgere attività o manifestazioni religiose.

La delibera prevede che eventuali deroghe al divieto saranno valutate dall’amministrazione comunale nel caso in cui l’edificio destinato al culto non sia disponibile a causa di motivazioni debitamente documentate (per esempio, ordinanza di inagibilità emessa dalla autorità competente).
Nella foto, il salone polivalente di Pray

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