Attualità
Torna la festa della Fagnana: quest’anno mancherà Elvio Giorsa
Lo storico appuntamento della sinistra locale nella testimonianza di Wilmer Ronzani.
Torna la festa della Fagnana: quest’anno mancherà Elvio Giorsa. Lo storico appuntamento della sinistra locale nella testimonianza di Wilmer Ronzani.
Torna la festa della Fagnana: quest’anno mancherà Elvio Giorsa
A Pray torna, nel fine settimana, la festa alla Fagnana, un “appuntamento” storico della sinistra dal 1946. Una festa tradizionale, curata dal Partito democratico della zona, che dà inizio alle ferie per i lavoratori delle fabbriche e che da sempre è una data che segna l’arrivo dell’estate.
Al lavoro i volontari che sono impegnati a sistemare l’area dei festeggiamenti, a organizzare la cena e i momenti gastronomici, la musica e le iniziative di contorno la mostra fotografica “Briciole di pane “ dell’Istituto storico della Resistenza.
La tradizionale festa ha solo saltato un anno, il 2020, per colpa del covid, per poi riprendere subito dopo con lo stesso entusiasmo di prima.
Il programma
Oggi pomeriggio, sabato 27 luglio, l’allestimento aprirà alle 18.30 e seguirà alle 19 la cena con varie specialità, tra queste il fritto misto di pesce, che sono sempre apprezzate dai commensali. Verrà poi dato spazio alla serata danzante con la musica di Giancarlo Salaris.
La giornata di domenica vedrà proporre, nell’anniversario della caduta del fascismo e in ricordo dei fratelli Cervi, la «Pastasciutta antifascista» che, organizzata dalle sezioni Anpi Valsessera e Borgosesia, sarà servita a partire dalle 12,30. Alle 19 spazio alla cena con specialità come polenta e “altro” seguita alle 21 da una serata in musica in compagnia di Henry e Cossy.
Ancora appuntamenti lunedì 29 luglio: alle 12,30 ci sarà il pranzo della festa, alle 19 la cena con piatto forte la panissa della Fagnana e chiusura con la musica di Henry e Cossy.
«E’ un modo per stare insieme – spiegano gli organizzatori – da sempre la Fagnana anticipa le ferie. Si tratta di una festa storica nata nel Dopoguerra. All’inizio si davano solo le bibite e si portava il mangiare da casa, per poi arrivare a cucinare, anno dopo anno, e a proporre altre iniziative».
In ricordo di Elviro Giorsa
A proposito della festa, di seguito sono riportati alcuni ricordi e riflessioni di Wilmer Ronzani, ex deputato e storico esponente del centrosinistra valsesserino.
«Quest’anno alla festa della Fagnana mancherà Elvio Giorsa che per decenni era stato un punto di riferimento. Lascia un vuoto umano e politico incolmabile perché se la Fagnana è diventata nel corso degli anni una festa di popolo (e non solo della sinistra), il luogo di incontro di amici, compagni e parenti, un momento di svago e di confronto sui temi di attualità lo dobbiamo a compagni come lui e come i tanti che nel tempo ci hanno lasciato».
L’impegno di Wilmer per la festa
Continua poi. «Io ho iniziato a frequentare la Fagnana da bambino, insieme a mio padre, quando ancora si mangiava al sacco e funzionava soltanto uno stand in cui si vendevano panini, curati con sapienza, e bibite, che venivano custodite in grandi mastelli di legno pieni di ghiaccio. La domenica pomeriggio con la mia famiglia ed i miei zii facevamo la “merenda senoira” con le prelibatezze che mia mamma aveva preparato».
«Poi nel corso degli anni la Fagnana è diventata sempre più grande e organizzata, la festa più importante all’interno della Federazione Biellese e Valsesiana del Pci. Il mio primo lavoro fu “il servizio ai tavoli”. Non era il massimo, ma per molti di noi è stato una specie di “gavetta”».
«Li ho conosciuto persone che in seguito avrebbero avuto un ruolo importante nella mia formazione politica e che ho trovato al mio fianco tutte le volte che sono stato chiamato ad affrontare impegnative e difficili sfide politiche. Donne e uomini animati da una grande passione politica, da un forte attaccamento al partito, di una lealtà e coerenza che molti oggi dovrebbero prendere ad esempio».
Una tradizione che si rinnova
«Le nostre compagne e i nostri compagni lavoravano tre giorni alla festa, qualcuno molto di più perché poi alcune strutture, prima che diventassero fisse, erano da montare e smontare, ma quando era ora di mangiare si mettevano in fila come tutti e pagavano ciò che consumavano. Gli unici ad essere esentati erano i dirigenti nazionali ospiti della Fagnana. Ricordo anche un comizio di Gian Carlo Pajetta, leader storico del Pci. Il prato della Fagnana era stracolmo di persone».
«La Fagnana è stata ed è questo. È una tradizione che si rinnova. Il Pci, il primo partito ad averla organizzata all’indomani della Liberazione, ha subito mutamenti e trasformazioni profonde, ma la Fagnana è rimasta come simbolo di unità e ad essa hanno continuato a lavorare tutti».
L’impegno antifascista
Ronzani conclude poi ricordando il vero scopo della festa. «Quest’anno, grazie al lavoro di Nadia, Alessandro, Quintino e tantissimi altri, all’infaticabile presenza di Paolo Chioso e all’impegno dell’Anpi la festa rappresenterà l’occasione per rinnovare l’impegno antifascista di una valle che ha dato un contributo determinante nella lotta per sconfiggere il fascismo e il nazismo».
«Se avessero vinto i fascisti non saremmo mai diventati un Paese libero. Qualcuno, anche tra coloro che hanno responsabilità di governo e nelle istituzioni, nate dalla Resistenza, vorrebbe che ce lo dimenticassimo, ma non lo consentiremo».
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Pol
27 Luglio 2024 at 13:33
la festa più scomoda x chi vuole andarci a mangiare, wilmer una bella persona.