AttualitàSessera, Trivero, Mosso
Valdilana ricorda Piero Ventura, storico macellaio
Per una vita al lavoro con la moglie nel negozio di Mosso. Era da poco andato in pensione.

Valdilana ricorda Piero Ventura, storico macellaio. Per una vita al lavoro con la moglie nel negozio di Mosso. Era da poco andato in pensione.
Valdilana ricorda Piero Ventura, storico macellaio
Era andato da poco in pensione. E per molti anni aveva gestito la storica macelleria in centro a Mosso. Si è spento all’ improvviso a 73 anni Piero Ventura, lasciando nel dolore la moglie Gelsomina Cuccato, i figli e altri parenti.
Era il 2020 quando decise di chiudere la “Bottega della carne”, storica macelleria di Mosso lungo via Quintino Sella, in centro paese. Da qualche anno in quei locali ha riaperto una nuova attività, sempre di macelleria. Piero Ventura e la moglie Gelsomina Cuccato hanno realmente trascorso una vita dietro al bancone, sempre insieme nella vita e anche nel lavoro.
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Un lavoro fatto fin da ragazzo
Piero Ventura il macellaio l’ha fatto sin da ragazzo: alle spalle ha accumulato qualcosa come 52 anni di attività. Appena terminata la terza media si era messo a lavorare proprio come macellaio prima di decidere di aprire l’attività 30 anni fa. La coppia ha sempre lavorato insieme e il loro negozio era diventato anche un luogo di incontro per le persone del paese. Tutti hanno sempre apprezzato la sua professionalità e i suoi consigli.
Sono stati tantissimi i messaggi di cordoglio ricevuti dalla famiglia in questo difficile momento: e la stessa famiglia tiene a ringraziare tutti coloro che hanno avuto un pensiero per Piero.
Il ricordo dell’amico cacciatore
A ricordarlo anche l’amico Guido Dellarovere, biellese e presidente regionale di Federcaccia, con cui condivideva appunto la passione per la caccia. «Come un fulmine a ciel sereno ho saputo della scomparsa dell’amico cacciatore Piero Ventura , che da sempre ha amato profondamente la montagna, la natura e la vita all’aria aperta – scrive Dellarovere -. Un cacciatore non solo per passione, ma per tradizione, rispetto e amore verso quei luoghi selvaggi sulle vette che sanno parlare solo a chi sa ascoltare. Tra sentieri impervi, albe silenziose e il profumo della resina, ha trovato la sua libertà e il suo equilibrio».
«Ogni passo sulle rocce, ogni attesa paziente, ogni incontro con le “coturne” piuttosto che i “galli” erano per lui momenti di connessione profonda con la terra e con le sue radici. Ci ha insegnato il valore della pazienza, dell’osservazione, del rispetto per ciò che ci circonda».
«Ha saputo trasmettere il senso della vera avventura, fatta di fatica, di rispetto delle regole e di amore per la natura. Oggi, mentre il vento accarezza le cime e il sole filtra tra gli alberi, ci piace pensare che il suo spirito sia ancora lì, libero tra le montagne che tanto ha amato. Il suo ricordo resta vivo nei racconti, nei sorrisi e nei valori che ci ha lasciato. Grazie per averci mostrato la bellezza della caccia in montagna e la nobiltà della caccia vissuta con cuore e rispetto. Che la tua anima trovi riposo tra i silenzi e le vette che hai sempre chiamato casa».
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