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Gaetano Amodio 40 anni di passione per la Dufour Varallo
Gaetano Amodio 40 anni di passione per il calcio: intervista a uno dei “monumenti” della Dufour Varallo e di tutto lo sport valsesiano.
Gaetano Amodio 40 anni di passione per la Dufour
Quarantesimo anniversario del “matrimonio” che dal lontano 1978 lega Gaetano Amodio e il calcio varallese. Un’attività portata avanti sempre con passione abbracciando settore giovanile e prima squadra. Negli anni anni ha visto crescere migliaia di ragazzini, qualcuno come Max Guidetti ha pure fatto carriera, altri li trova ancora oggi nella città del Sacro Monte. Era il 5 maggio 1978 quando iniziò la sua attività come dirigente a Varallo e da allora non ha mai cambiato bandiera, vivendo lo sport con la passione positiva e portando il suo cuore partenopeo alla Dufour. Quarant’anni nel calcio sono tanti, ma Gaetano Amodio è ancora lì a mettersi a disposizione. Le poltrone o gli incarichi non gli sono mai interessati, per lui c’erano i giovani da crescere a pane e calcio. Da anni segue la prima squadra.
La stagione più bella? Quella con Arrondini. Il migliore? Max Guidetti
«La stagione più bella? Quella in Eccellenza con Gianmario Arrondini. Grande squadra quella, c’erano Panella e Guidetti… Uno spettacolo». E di calciatori ne ha visti passare da Varallo. «Il migliore non può che essere Max Guidetti – racconta -. Si vedeva che avrebbe fatto strada, ma lui ha lavorato sempre come un vero professionista. Poi in quegli anni c’era gente come Emiliano Panella, altro giocatore dai piedi buoni, o Claudio Formentini. Se ne vedono pochi così bravi adesso in queste categorie». Ci sono stati gli anni della ribalta quando la Dufour andava alla grande in Eccellenza, ma ci sono state stagioni difficili con la discesa fino in Prima categoria. «Siamo sempre ripartiti – riprende -. Senza fare drammi, non abbiamo mai esonerato un allenatore. Chi è venuto a Varallo ha potuto sempre contare sull’appoggio della società, questa è la nostra filosofia». In quarant’anni tantissimi aneddoti da raccontare, ma un allenatore nel cuore: «Arrondini. Sono sicuro. E’ stato il primo che ho conosciuto e mi è sempre piaciuto come allenava e come persona».
A Varallo, sempre e solo a Varallo
Amodio in tanti anni di calcio non ha mai pensato di cambiare aria. «Questa è casa mia – spiega -. Mi metto a disposizione della società, ho sempre cercato di dare il meglio». E’ un dirigente tifoso vero, a volte l’anima del tifoso prende il sopravvento soprattutto quando è in “libera uscita” sugli spalti, è qui che dà il meglio di sè con battute mai banali e volgari. E anche a livello giovanile negli ultimi anni è diventato un punto di riferimento: «Quest’anno siamo arrivati ad avere 170 ragazzi, una soddisfazione. Ci mettiamo passione, tutto qui».
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