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Il baby talento Tomaselli conquista Borgosesia
Tecnica sopraffina, dribbling ubriacante e un buon tiro.
Tecnica sopraffina, dribbling ubriacante e un buon tiro. Se lo vedi giocare contro i suoi coetanei capisci subito che Giacomo Tomaselli ha qualcosa in più. E se n’è accorto anche l’allenatore della prima squadra del Borgosesia Alessio Dionisi, che domenica gli ha regalato l’esordio da titolare in serie D nel match contro la Fezzanese, a soli 16 anni di età. Il giovane di Aranco, la promessa migliore di un vivaio in continua crescita, se l’è cavata egregiamente nell’ora in cui è rimasto in campo, uscendo tra gli applausi. In lui i tifosi granata ripongono le speranze di tornare a vedere stabilmente un ragazzo di Borgosesia giocare per la squadra della sua città, anche se le qualità di Tomaselli autorizzano a pensare anche a una carriera in qualche categoria più alta.
E a Giacomo, studente di scienze applicate al liceo scientifico di Valle Mosso, fare il calciatore da grande proprio non dispiacerebbe: «Intanto per me è un traguardo essere arrivato alla prima squadra del Borgosesia, ma spero sia anche un punto di partenza per un futuro in categorie più alte. Mi piacerebbe provare a diventare un calciatore professionista, non lo nego».
Per il suo esordio, il giovane borgosesiano, tifoso juventino e in particolare di Paulo Dybala, si sente innanzitutto di ringraziare i compagni: «Quando mister Dionisi ha detto la formazione che avrebbe giocato contro la Fezzanese e ha fatto il mio nome non ci volevo credere. E’ stata un’emozione fortissima, ero agitato, ma gli altri mi hanno incoraggiato e detto di stare tranquillo e che tutto sarebbe andato bene. Ho iniziato ad allenarmi a dicembre con la prima squadra e devo dire che il salto per me è stato davvero difficile, ma ho sempre dato il massimo e cercato di fare del mio meglio».
Tomaselli ha iniziato a giocare a calcio proprio a Borgosesia, nella scuola calcio Matteo Bagarini, da cui ha spiccato il volo verso il settore giovanile del Novara, prima di tornare in Valsesia: «Mi sono innamorato del calcio da bambino, credo sia uno sport in grado di regalare tantissime emozioni, soprattutto negli attimi dopo un gol, quando i compagni vengono ad abbracciarti. Quello è un momento che mi mette i brividi. A me piace puntare l’uomo sulla fascia e rientrare per andare al tiro, uno dei miei colpi migliori è il dribbling, ma so che devo migliorare tantissimo la fase difensiva per diventare un calciatore».
Domenica a fare il tifo per lui in tribuna c’era tutta la sua famiglia, ma anche tanti ragazzi delle giovanili, che sperano un giorno di vivere la stessa esperienza dell’esordio in serie D: «Il segreto per raggiungere questo obiettivo – conclude Tomaselli – è quello di giocare sempre per la squadra e di non arrendersi alle prime difficoltà. Non bisogna mollare mai, soprattutto nei momenti di difficoltà».
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