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«Con 3 milioni possiamo riaprire la ferrovia con dieci corse al giorno»

Il vice sindaco di Varallo rilancia il progetto del collegamento con Novara.

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«Con 3 milioni possiamo riaprire la ferrovia con dieci corse al giorno». Il vice sindaco di Varallo rilancia il progetto del collegamento con Novara.

«Con 3 milioni possiamo riaprire la ferrovia con dieci corse al giorno»

«Tre milioni di euro è il costo annuale che dovrebbe mettere a bilancio la Regione Piemonte per riattivare la linea ferroviaria Novara-Varallo. Siamo vicini allo 0,5 per cento del budget annuale del settore trasporti pubblico, per la gestione di 10 coppie di treno giornalieri che rivoluzionerebbero i trasporti pubblici della nostra meravigliosa Valsesia, con operatori interessati e pronti a partire già nel corso del 2026, in attesa che le grandi opere come la variante stradale di Serravalle vedano la luce e come potete immaginare i tempi per realizzare questa opere sono molto lunghi, parliamo di almeno 20 anni. La ferrovia si può aprire subito».

Questo il pensiero di Eraldo Botta, vice sindaco di Varallo, da sempre convinto sostenitore della riapertura della tratta.

Gli ultimi lavori sulla linea

«Sono molti i lavori che Rfi continua a realizzare sulla linea ferroviaria Novara-Varallo, una delle più belle linee ferroviarie italiane – ricorda Botta -. Una linea vincolata dalla legge 128 dello Stato insieme a circa 20 linee di tutta Italia. L’ultimo di questi lavori, per un importo di circa 1.400.000 euro, è stato quello di pulizia della malta ammalorata e di ripristino dei giunti con la realizzazione di un pacchetto impermeabilizzante nella galleria di Vanzone, sul territorio del Comune di Borgosesia».

Ma non solo. Ricordo anche, che negli immobili della Stazione ferroviaria di Varallo sono in corso lavori per un importo di 1.130.000 euro per la riqualificazione della rimessa delle locomotive e del magazzino merci, al fine di realizzare spazi museali».

Altre opere per un totale di oltre 11 milioni

Quindi di quanto stiamo parlando? «Dunque circa 2.530.000 euro stanziati che si aggiungono ai 6.200.000 già finanziati da Rfi per i lavori di ripristino della linea da Romagnano Sesia a Varallo, giunti alle porte di Grignasco e che riprenderanno nel 2026». Insomma, si va oltre gli 11 milioni.

Ma Botta snocciola altri numeri: «Solo nel corso degli ultimi 3 anni sono stati stanziati dalle Ferrovie dello stato quasi 9 milioni di euro per i lavori, molti interventi per diversi milioni di euro sono stati eseguiti dal 2015 in diversi interventi, su una delle più belle linee italiane che dal 2015 il Comune di Varallo insieme a Fondazione FS Italiane ha riaperto al trasporto turistico, dopo che Regione Piemonte nel 2014 l’aveva chiusa al servizio passeggeri».

Domenica c’è il treno storico

E a tutti dà un appuntamento: «Aspetto tutti sul treno storico del 12 ottobre, sold out in pochissimi giorni dall’inizio della vendita dei biglietti. Spero che anche i vertici dei trasporti della Regione Piemonte, guidata dal presidente Alberto Cirio con assessore di riferimento Marco Gabusi, si rendano conto che tutti gli sforzi fatti fino ad ora dalla direzione regionale di Rfi Piemonte, dalla Fondazione Fs Italiane – grazie al suo lungimirante direttore generale ingegner Luigi Cantamessa – e dalla Città di Varallo, possano servire a far sorgere quella sensibilità alla celere riapertura della linea al trasporto pubblico, fondamentale per il territorio sotto molteplici profili, facendo così il più importante regalo ad una linea di cui nel 2026 si festeggeranno i 140 anni».

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9 Commenti

1 Commento

  1. Francesco

    7 Ottobre 2025 at 12:44

    un sacco di soldi che si potevano usare diversamente, ad esempio per la sanità.

  2. Renato BRUNO

    7 Ottobre 2025 at 16:38

    Il pensiero del sig.Botta, che è un politico, è solo una sua gratuita affermazione che ha tutto il sapore di tenere vivo agli elettori il ricordo per le prossime elezioni…quello che conta
    è il fatto che la linea è ferma da anni e la gente è sempre più in difficoltà anche solo per andare a Novara all’ospedale…

  3. Ulderico Orlando

    7 Ottobre 2025 at 21:07

    La fine della linea, dovuta anche a un sottoutilizzo, è derivata in gran parte all’assurdo orario di utilizzo.
    Ricordo ancora come le prime partenze del mattino avvenissero da Novara e gli ultimi la sera da Varallo. Non conosco i motivi di questa illogica scelta. È chiaro che il flusso mattiniero va dalla valle alla città e non viceversa.
    Non capisco come questa evidente anomalia non sia mai stata sanata.

  4. Francesco

    7 Ottobre 2025 at 22:26

    Ciao Ulderico,
    posso sbagliarmi, ma non credo che il limitato utilizzo della linea sia dovuto agli orari: il vero problema sembra piuttosto essere il numero ridotto di utenti. Già negli anni ’70 e ’80 le ferrovie avevano valutato la chiusura della linea perché considerata antieconomica.
    Osservando poi l’andamento demografico, diventa sempre più difficile giustificare certi investimenti.
    Il signor Botta ne ha evidentemente fatto una battaglia personale, scommettendo soldi non suoi (e neanche dei Varallesi) nella riapertura. Trovo comunque discutibile, da contribuente, che negli ultimi dieci anni così tanti fondi regionali siano stati destinati a vantaggio quasi esclusivo di Varallo e dei suoi ristoratori.

    • Iole Serra

      8 Ottobre 2025 at 9:20

      la ferrovia serve a tutti e non solo per Varallo e la Valle,sia per lavoro scuola, salute….però utopia

  5. Alberto

    8 Ottobre 2025 at 7:50

    Buttare altre risorse per una linea che non verrà usata da nessuno
    In Italia i soldi ci sono ma vengono gettati così
    Milioni di euro per 4 gatti

  6. Ardmando

    9 Ottobre 2025 at 8:06

    Mi fanno davvero ridere i commenti di quelli che credono di sapere cosa sia meglio, pur non possedendo ALCUNA competenza. In Italia occorre investire in modo MASSICCIO nelle ferrovie, per ripristinare e ammodernare una rete ferroviaria che potrebbe fare moltissimo per i territori, puntando su collegamenti ecologici e veloci, specie in zone ad alto interesse turistico come la Valsesia. Ma i miopi e gli ignoranti ragionano ancora come si ragionava negli anni 60 quando alcuni ritennero che il futuro doveva spostarsi unicamente su gomma (per interessi di un noto marchio automobilistico ormai appartenente al passato). La linea Novara-Varallo DEVE essere ripristinata, così come le altre linee del Nord Piemonte chiuse a causa della gretta stupidità di dirigenti e amministratori.

  7. silvio

    11 Ottobre 2025 at 9:40

    la ferrovia No-Va è per la Valsesia l’equivalente di una metropolitana per le grandi città. Vi immaginate Roma o Milano senza la metro ? Qui non si tratta solo di costi commerciali ma di sopravvivenza del territorio .

  8. Artemisia

    14 Ottobre 2025 at 19:50

    che il Sindaco si preoccupi di garantire una corsa autobus al mattino dei giorni festivi, che è meglio!

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