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Da due anni energia elettrica a singhiozzo: ora Parone si arrabbia
La frazione di Varallo “ostaggio” di rumori e puzza di gasolio.

Da due anni energia elettrica a singhiozzo: ora Parone si arrabbia. La frazione di Varallo “ostaggio” di rumori e puzza di gasolio.
Da due anni energia elettrica a singhiozzo: ora Parone si arrabbia
Da oltre due anni, i circa 90 residenti stabili di frazione Parone a Varallo convivono con continui blackout elettrici che colpiscono case, attività commerciali e soprattutto persone anziane, spesso lasciate isolate senza luce, riscaldamento o servizi di base, anche in assenza di condizioni meteorologiche estreme.
Lo scorso aprile, dopo l’ennesimo blackout, i cittadini hanno deciso di far sentire la propria voce: una raccolta firme ha raccolto l’adesione di 67 residenti, denunciando la situazione ormai insostenibile. Davide Piombo, promotore dell’iniziativa, racconta con amarezza: «A distanza di mesi siamo punto e a capo, se non peggio. Ancora oggi Parone è senza servizio elettrico».
Quattro generatori in azione
Nel tentativo di contenere l’emergenza, E-Distribuzione ha installato ben quattro generatori diesel, ma la soluzione si è rivelata tutt’altro che risolutiva.
«Uno si è guastato quasi subito, un altro spesso resta senza gasolio. È una gestione approssimativa, che si traduce in disservizi gravi», denuncia Piombo. E mentre si moltiplicano i disagi quotidiani, aumentano anche i timori per l’impatto ambientale di questa scelta: rumore continuo, odore di gasolio e inquinamento accompagnano i residenti per settimane, finché – puntualmente – i generatori non spariscono. Fino al prossimo blackout.
Gli appelli agli enti
Le segnalazioni ufficiali sono state numerose: dal Comune di Varallo alla Prefettura di Vercelli, passando per la Procura della Repubblica e l’Arera a Roma. Ma, denunciano i cittadini, nessuno ha mai attivato un’indagine seria su E-Distribuzione o fornito una data certa per la risoluzione definitiva. L’azienda, in una risposta arrivata il 30 maggio, ha attribuito i blackout a «cause esterne» come danni provocati da terzi o condizioni atmosferiche. Una spiegazione che i residenti contestano con decisione: «È evidente che il problema è strutturale – spiega ancora Piombo – la linea è vecchia, la vegetazione invade i cavi e manca un’anello di backup. La manutenzione straordinaria è assente da anni».
“Ma alla fine il problema è rimasto”
Anche Pier Michele Cucciola, residente varallese e tra i firmatari delle proteste, interviene con amarezza: «A fronte di un’intera comunità che si mobilita, le istituzioni restano immobili. Dal primo maggio – data dell’ultima lettera inviata con 60 firme – nulla è cambiato. Dopo ogni temporale, anche lieve, gli alberi cadono sulla linea e ci ritroviamo senza corrente. Ancora».
La pazienza, avvertono i residenti, è ormai agli sgoccioli. Cresce il senso di abbandono istituzionale, e si fa largo l’idea di rivolgersi a trasmissioni televisive che trattano disservizi pubblici. «È triste – conclude Cucciola – che in un Paese moderno si debba fare affidamento sui media per ottenere ciò che dovrebbe essere un diritto: l’accesso continuativo all’energia elettrica».
Nel frattempo, Parone sopravvive. Ma il rischio è che questa piccola comunità, incastonata nella natura e ricca di storia, finisca per spopolarsi non per mancanza di attrattiva, ma per la cronica assenza dei servizi essenziali. Un’Italia dimenticata, che chiede solo di non essere lasciata al buio.
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