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Il cuore in montagna: la Valsesia ha dato l’addio a Livio Galletti

Morto a 77 anni, il funerale è stato celebrato a Cravagliana.

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Il cuore in montagna: la Valsesia ha dato l’addio a Livio Galletti. Morto a 77 anni, il funerale è stato celebrato a Cravagliana.

Il cuore in montagna: la Valsesia ha dato l’addio a Livio Galletti

Da parte dell’amico Ferruccio Baravelli, ecco il ricordo di Livio Galletti, 77enne di Cravagliana, tra gli alpinisti “storici” della Valsesia, il cui funerale è stato celebrato nei giorni scorsi.

«Ci ha lasciati Livio Galletti di 77 anni, originario di Cravagliana dove oggi riposano i suoi resti, tra le montagne che ha sempre amato e vissuto. Ci ha lasciati silenziosamente e discretamente proprio così come era lui, nonostante in certe occasioni si dimostrasse spesso simpaticamente affabile e dotato di grande senso dell’umorismo, ma anche un acuto osservatore e uno degli esperti di montagna che ho maggiormente apprezzato.
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Un bravo metalmeccanico

Compagno di lavoro prezioso alla Poli, Livio era un bravo metalmeccanico. Molto apprezzato, formato nella grande scuola della ditta Rossini, di quelli che lavorano con precisione. Con lui e grazie a lui la prima “Margherita”, la Resegotti, il primo Capio e tante altre vette e rifugi tra i più belli che ho avuto la fortuna di scoprire.

“Un’enciclopedia vivente”

Più di me l’ha ben conosciuto Gianmario Festa che mi racconta: “Ci siamo incontrati sul lavoro da Rossini, quando un giorno mi propose di salire alla Gnifetti dove avrebbe accompagnato anche un altro amico. Ero sprovvisto di tutto, ma ci pensò lui ad attrezzarmi e fu durante quella salita che mi attaccò la “malattia” della montagna. Diventò una consuetudine nei fine settimana la sua frequentazione e insieme abbiamo fatto belle cose: come la traversata dei Camosci a Macugnaga e dove mi trattenne da una caduta in crepaccio. Ancora la Testa del Rutor, Gran Paradiso, la traversata alta del Monte Rosa da Zermatt.

È stato un precursore del trekking e quindi aveva maturato una esperienza e conoscenze notevoli. In un anno siamo riusciti a fare ben 40 uscite di cui molte su Zermatt. Per me Livio era una enciclopedia della montagna; conosceva oltre a tutti i nomi e la storia delle montagne anche i fiori e le erbe; ma soprattutto è stato un buon amico col quale ho spartito momenti indimenticabili. Abbiamo condiviso anche la comune passione per la pesca, soprattutto nei lontani laghetti di montagna dove solo pochi pescatori alpinisti si avventurano. Abbiamo smesso un paio di anni fa di andare in montagna o almeno a questi livelli, ma lui ha continuato a fare alcuni giretti a piedi e in mountain bike”.

Riservato ma vero amico

Tra gli amici presenti al funerale anche Giuseppe Molteni, col quale Livio ha compiuto la traversata alta del Monte Bianco e che Giuseppe ancora ricorda come una delle esperienze alpinistiche più appaganti che ha vissuto.

Sicuramente Livio Galletti è stato un bel personaggio, seppur poco conosciuto proprio per la sua indole molto riservata; a pochi ha concesso la sua confidenza e io con Gianmario e Giuseppe gli siamo grati per averci onorato della sua amicizia, per avere condiviso con noi la sua esperienza e per averci fatto amare la montagna con piena consapevolezza e sicurezza. Ciao Livio, ci incontreremo ancora per altri sentieri…»
Ferruccio Baravelli

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