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«Meno tasse ai medici di montagna». La proposta di Francesco Pietrasanta

Il presidente dell’Unione montana chiede misure per premiare i professionisti che accettano di lavorare nei territori periferici.

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«Meno tasse ai medici di montagna». La proposta di Francesco Pietrasanta. Il presidente dell’Unione montana chiede misure per premiare i professionisti che accettano di lavorare nei territori periferici.

«Meno tasse ai medici di montagna». La proposta di Francesco Pietrasanta

Meno tasse ai medici che lavorano in Valsesia e in generale nelle località di montagna. E’ la proposta di Francesco Pietrasanta, presidente dell’Unione montana, a seguito dell’assegnazione di nuovi medici di base sul territorio.

Nei giorni scorsi era arrivato l’annuncio, da parte della Regione, che erano stati reclutati 181 nuovi medici, destinati ad altrettante zone del territorio regionale che risultavano scoperte, tra queste anche diverse aree della nostra zona. Esattamente, in provincia di Vercelli verranno dislocati cinque medici di famiglia: due a Gattinara, uno a Santhià, uno a Varallo e uno a Trino. Un altro era poi stato assegnato a Valdilana.

Un primo passo, ma non basta

«E’ un primo passo per affrontare concretamente il problema – commenta il presidente dell’Unione montana Valsesia, Francesco Pietrasanta, che è anche il referente dei sindaci per la sanità – ma certo non basta, occorre fare di più. L’Unione montana, nell’ambito del programma delle Aree interne, ha destinato oltre un milione di euro per l’assistenza socio-sanitaria – specifica l’amministratore – con infermieri di comunità, trasporti dedicati, piazzole per atterraggio notturno e diurno dell’elisoccorso, camper ambulatoriale e medicina d’urgenza».

La popolazione preme per un servizio sanitario che torni agli standard del passato, e gli amministratori del territorio sono impegnati a far sì che la voce delle comunità locali arrivi alle “stanze dei bottoni”.

«Il nostro territorio viene dopo molti altri nell’assegnazione dei nuovi medici – dice ancora Pietrasanta – la provincia di Alessandria ne ha avuti diciotto, Cuneo trentatrè, Novara undici, Biella sette. Noi precediamo solo il Vco e Asti, che ne hanno avuti rispettivamente solo due e uno. Questo dato ci dice che occorre individuare gli strumenti per attrarre nuovi medici di base sul nostro territorio».

Servono attrattive e incentivi

Il tema, dunque, è quello dell’attrattiva: la maggior parte dei medici di famiglia sfugge dalle aree periferiche, preferisce rimanere nelle zone urbane, ed è su questo che occorre agire.

«E’ necessario individuare politiche incentivanti – sottolinea Pietrasanta – siamo in un’area periferica ma offriamo una buona qualità della vita, ed è su questo che si deve lavorare per attrarre nuovi medici, magari anche offrendo gratifiche dal punto di vista economico: io proporrei una fiscalità più bassa per i medici che lavorano sul territorio di un’area periferica come la nostra. Questo permetterebbe di attrarre nuove figure, non si scontrerebbe con il contratto nazionale e darebbe un incentivo serio».

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