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Cronaca

Morto nel Sesia a 25 anni, nessuna negligenza degli operatori

Consegnata la perizia sul caso di Samuele Frola. La tragedia nell’agosto scorso.

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Morto nel Sesia a 25 anni, nessuna negligenza degli operatori. Consegnata la perizia sul caso di Samuele Frola.

Morto nel Sesia a 25 anni, nessuna negligenza degli operatori

E’ trascorso quasi esattamente un anno da quella tragica mattinata di domenica 28 agosto 2022, quando un giovane di appena 25 anni, Samuele Frola, morì annegato nel Sesia mentre stava facendo hydrospeed in località Ponte dei Dinelli a Scopetta, tra i comuni di Balmuccia e di Scopa. Sul caso è stato aperto un fascicolo per omicidio colposo a carico di varie persone della zona. E nei giorni scorsi è arrivata la perizia chiesta dalla Procura.

Una perizia dove sostanzialmente non si rileverebbero mancanze o negligenze da parte di chi ha gestito la situazione. Si tratterebbe di una disgrazia, insomma. Anche se la decisione spetta al giudice per le indagini preliminari, che dovrà decidere se archiviare il tutto oppure procedere con uno o più rinvii a giudizio.

Alcuni indagati per omicidio colposo

A essere indagati ci sono la guida che accompagnava il 25enne e i suoi amici; e ci sono alcuni operatori del Valsesia Sport di Scopello, l’associazione che aveva organizzato l’uscita.

Ovviamente la perizia doveva far luce su tutti gli aspetti legati alla sicurezza: la presenza delle figure di riferimento, le attrezzature, il percorso, le operazioni di soccorso. Anche alcuni indagati hanno svolto perizie di parte da presentare al gip. E come accennato, l’impressione che se ne ricava è che si tratti di una disgrazia.

La tragedia sotto gli occhi del fratello

Come si ricorderà, Samuele Frola, residente a Torino, era salito in Valsesia insieme a un gruppo di quattro amici (tra questi c’era anche il fratello Simone), che era sceso in acqua con la supervisione di una guida. Il gruppetto era sceso in acqua dal centro Rafting e Canyoning Valsesia Sport.

L’incidente era avvenuto in un punto che molti conoscono come il “salto dei Dinelli”, in cui le acque del fiume sono particolarmente impetuose. In tarda mattinata il giovane era finito sott’acqua, e malauguratamente una gamba è rimasta incastrata tra le rocce, impedendogli di tornare in superficie.

Chi era con lui non è riuscito a fare nulla: Samuele è stato portato a riva dalle persone che erano con lui. Intanto arrivavano i tecnici del Soccorso alpino della Finanza di Alagna Riva Valdobbia e i vigili del fuoco fluviali della caserma di Varallo. Si è tentato con il massaggio cardiaco per circa mezz’ora. Ma il medico giunto con l’elisoccorso quando è arrivato non ha potuto far altro che constatarne il decesso.

Nei giorni seguenti la tragedia, su “La Stampa” il fratello di Samuele, Simone Frola, aveva raccontato quei momenti drammatici. Si trattava di un percorso da farsi un passo dopo l’altro: «Fatto un tratto, ci si doveva fermare, studiare il passaggio, valutare l’approccio e ripartire». Anche perché erano tutti alla loro prima esperienza con la pratica dell’hydrospeed.

All’altezza del salto dei Dinelli, Samuele si ferma: «L’ho superato scivolandogli accanto, facendo lo stesso passaggio. Il fondale non era profondo, per qualche minuto l’ho visto in piedi. Aveva la testa in alto, l’acqua gli passava sopra. Riusciva a respirare. Mi sono girato e gli ho urlato di lasciarsi andare, di non lottare contro la corrente per non consumare energie. Non immaginavo che avesse il piede incastrato. Dopo un niente è andato giù».

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