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Bocciato il maxi-noccioleto di Romagnano: lo ha deciso il Consiglio di Stato
Bocciato il maxi-noccioleto di Romagnano: lo ha deciso il Consiglio di Stato. Si trattava di convertire un’area boschiva consistente, pari a 15.500 metri quadrati, situata sulle colline a sud dell’abitato, per impiantare una coltivazione di nocciole, oltre a destinare una parte a vigneto.
Bocciato il maxi-noccioleto di Romagnano
Se fosse andato in porto si sarebbe trattato del più grande noccioleto della provincia di Novara. La parola fine è stata data dal Consiglio di Stato, al quale i titolari si erano rivolti presentando un ricorso, in seguito al parere contrario espresso dall’Ente di gestione delle aree protette delle Baragge, all’interno del parco del Ticino e del lago Maggiore. I responsabili di questo organismo avevano riscontrato che il cambiamento di destinazione d’uso di quel terreno avrebbe procurato un danno insostenibile dal punto di vista ambientale; pertanto, la domanda presentata allo Sportello unico per le attività produttive di Borgomanero era stata bocciata.
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Il parere favorevole del Comune
Diversamente si era espresso il Comune di Romagnano che, quando furono presentati i primi incartamenti dell’iter burocratico nel 2017, non aveva ravvisato contrarietà, ritenendo che la trasformazione di un’area incolta sarebbe stata comunque un miglioramento del territorio, e accogliendo anche lo studio presentato dagli stessi imprenditori, che affermavano l’intenzione di tutelare l’area pur attraverso il mantenimento o l’installazione di alcune specie autoctone, che avrebbero garantito la biodiversità locale.
«Per quanto concerneva le competenze comunali, non c’erano problemi nell’utilizzare quel terreno per impiantare noccioli e vigne, perciò la nostra commissione paesaggistica aveva allora dato parere favorevole – spiega l’attuale primo cittadino Alessandro Carini (che però non era sindaco nel 2017, ndr.) –. Però il buon fine del progetto non dipendeva solamente da noi: anche l’Ente Baragge aveva le proprie competenze ed era stato chiamato a pronunciarsi a sua volta. E lo fece opponendosi al noccioleto, non ritenendo l’idea degli imprenditori congrua per la zona che avrebbe interessato. Come amministratore pubblico, mi dispiace che a chi voleva investire sul territorio non venga concessa la possibilità; però purtroppo non dipende da noi e le motivazioni del diniego non sono discutibili».
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Ettore
25 Febbraio 2022 at 11:45
Certo, non avevamo dubbi che si preferisce dare ascolto a 4 ambientalisti che alle ragioni del business. D’altra parte si sa che in Italia sono tutti ricchi e nessuno ha bisogno di lavorare. Neanche avessero proposto di convertire l’area in centro commerciale o discarica. L’italia viene rovinata dagli italiani, dalla burocrazia e dalle leggi create da pochi italiani a danno della maggioranza. L’ennesima vergona senza senso.
Claudio
25 Febbraio 2022 at 13:00
Bravo Ettore ti do ragione in pieno lasciamo il territorio incolto che vergogna
Paolo
25 Febbraio 2022 at 20:05
Bene così quando tutto sarà incolto e pieno di i cinghiali che procurano danni i vari ambientalisti e gestori parco andranno loro a fare pulizia,w l’Italia
federicomifaccio
25 Febbraio 2022 at 22:19
che vergogna italiana che non si possa fare niente di qualunque cosa, cultura marcia !!!!
ma stare al bar va bene, mangiare nocciole va bene, ma se importiamo nocciole non va bene, che toglie lavoro e business a noi italiani. ma vi rendete conto dove siamo arrivati ??