Attualità
Borgosesia Igea al lavoro per confezionare camici e mascherine
Borgosesia Igea produce mascherine e vestiario per il lavoro in ospedale: le volontarie supportano così la lotta al nuovo Coronavirus.
Borgosesia Igea al lavoro
L’emergenza Coronavirus: un momento difficile, ma in cui tante persone si sono attivate per dare il proprio contributo, a vario titolo. Le volontarie dell’associazione “Igea – Prevenzione salute vita” sono al lavoro per produrre non solo mascherine, ma anche camici e cappellini per medici e infermieri dell’ospedale di Borgosesia. Un’attività che non conosce sosta in queste settimane di emergenza, che coinvolge otto donne del gruppo di volontariato e alcune amiche che hanno dato la propria disponibilità a dedicare il tempo nel realizzare qualcosa di concreto per la collettività.
Per sanitari e cittadini
Le mascherine sono realizzate in tnt, il “tessuto non tessuto”, e lavabili. Una parte della produzione è destinata al personale dell’ospedale, altre ai cittadini che ne hanno necessità. «Abbiamo voluto fare la nostra piccola parte per contribuire a contenere la diffusione di Coronavirus e aiutare chi in questo periodo è indispensabile a tutta la cittadinanza e lavora in prima linea – spiega Carmela Marsilla, vice presidente di Igea -. Da quando è iniziata l’emergenza, abbiamo deciso di mettere da parte i nostri consueti lavori di cucito e ricamo per realizzare invece materiale indispensabile all’ospedale cittadino».
Mascherine e camici
Le volontarie stanno lavorando per creare mascherine per i medici e gli infermieri del “Santi Pietro e Paolo”, e per quanti ne fanno richiesta: «Sinora abbiamo consegnato all’ospedale circa 450 mascherine e 1500 sono quelle distribuite ai privati – evidenzia Marsilla -. Ma non è ancora finita: stiamo procedendo per esaudire le numerose richieste che ci sono arrivate negli ultimi giorni e per poter garantire una ricca scorta al personale ospedaliero».
Oltre alle mascherine, le volontarie di Igea si trovano ora a dover diversificare la produzione: «Ci è stato chiesto se fossimo disposte a confezionare anche camici per medici e infermieri – spiega la vice presidente -. Così ci siamo organizzate. Se per le mascherine quasi tutte ci siamo affidate alle macchine da cucire che abbiamo in casa, per i camici è indispensabile l’aiuto di una sarta, o comunque di una persona capace di confezionare abiti. Fortunatamente abbiamo trovato chi si è resa disponibile a cucirli».
La “catena”
Nelle abitazioni di ciascuna volontaria è stata ricavata una “zona di lavoro” per la produzione domestica delle mascherine: «Non potendo trovarci tutte insieme, ognuna di noi lavora da sola a casa – precisa -: tramite contatti telefonici suddividiamo il lavoro, c’è chi taglia, chi cuce, chi prende accordi per poter recuperare il tessuto e chi suddivide gli ordini. E’ sicuramente un grande impegno ma che ci rende soddisfatte per fare qualcosa di concreto».
Per richiedere la mascherine è possibile contattare il numero 339.53.54.380.
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