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Brusnengo con ”La voce” ricorda l’epoca delle emigrazioni

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Una ricca e curiosa rassegna è stata raccolta nei locali del museo di Roasio

Tanta curiosità per la mostra su “La voce di Brusnengo”, il periodico che fino al 1995 ha permesso ai tanti emigranti in giro per il mondo di conoscere le notizie del proprio paese. Una ricca e curiosa rassegna è stata raccolta nei locali del museo dell’Emigrante di Roasio. «E’ stato un mensile caro a tutti gli emigranti che lo attendevano con ansia per sentirsi più vicini a casa», ricorda Piero Poverello, membro della redazione. L’emigrazione ebbe un’incidenza molto importante sulla popolazione di Brusnengo e dei paesi vicini. Vi furono periodi in cui tutte le famiglie del paese avevano figli, parenti, fratelli residenti in stati esteri molto lontani, spesso anche in Africa. E così era consuetudine pensare alla famiglia allargata nel senso che i figli vivevano lontani prima per questioni di studio e poi per questioni di lavoro.

«I tempi sono cambiati – ricorda Poverello -, ma l’emigrazione ha influito a tal punto sulla comunità brusnenghese da essere ancora oggi nella cultura di tutti i suoi abitanti. Molti partirono in cerca di fortuna, persone sparpagliate un po’ in tutto il mondo. Ma il legame con le proprie origine e il paese è sempre rimasto solido». Intorno alla metà del 1900, precisamente nel 1952, è stato ideato un modo per mantenere i contatti con tutti i cittadini desiderosi di restare aggiornati su Brusnengo. Nacque così “La voce di Brusnengo”, un periodico mensile su carta stampata che riportava tutti gli eventi del paese, nuove nascite, morti, ma anche eventi quali la nomina del nuovo vigile, o la sostituzione del postino. Insomma “La voce” di Brusnengo divenne ben presto un caro legame con la terra d’origine, un mezzo per sentirsi sempre parte della comunità pur vivendo a migliaia di chilometri di distanza.

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