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Choc senza precedenti per l’industria. Filippa: “Niente panico, niente errori”
Choc senza precedenti per l’industria: chiudono anche le fabbriche.
Choc senza precedenti per l’industria
«Chiudiamo tutte le attività produttive non necessarie». La nuova stretta del presidente del consiglio Giuseppe Conte arriva nella tarda serata di sabato 21 marzo in una diretta Facebook. Per gran parte delle aziende della Valsesia, del Novarese e del Vercellese significa chiudere i battenti: i settori metalmeccanico, tessile (tranne che per la produzione di mascherine o divise sanitarie) e turistico non rientrano infatti tra quelli considerati essenziali.
“Niente panico, niente errori”
Gianni Filippa, presidente di Confindustria Novara, Vercelli e Valsesia è ben consapevole della crisi che si aprirà, ma vuole comunque lanciare un messaggio di speranza: «Se la gestiamo bene anche questa crisi verrà superata e tra un anno potrebbe essere soltanto un brutto ricordo. C’è il rischio che molte aziende non sopravvivano se facciamo errori. Salvaguardare le nostre imprese, lo ricordo, equivale a salvaguardare tante famiglie».
Ripartire… come?
Lo scenario futuro, secondo il presidente degli industriali, rischia di essere all’insegna di una grande incertezza: «Dal punto di vista industriale – riprende Filippa – il vero problema sarà la ripartenza. A monte le aziende si troveranno a che fare con piccoli fornitori, artigiani, liberi professionisti che avranno problemi finanziari provocati dallo stop della produzione e che andranno aiutati. A valle, invece, si ritroveranno clienti che chiederanno dilazioni di pagamento. ù
Situazione europea
Bisogna chiarire in fretta quando si potrà ripartire e con quali aiuti. Non ci possiamo permettere di perdere il mercato estero, sarebbe un colpo mortale per la nostra economia. Per fortuna o purtroppo il problema è diventato europeo: se soltanto le aziende italiane fossero state costrette a chiudere, i concorrenti esteri ci avrebbero sicuramente attaccati».
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