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Coggiola ricorda Cesare: fu primo ospite della casa di riposo

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Coggiola ricorda

Coggiola ricorda Cesare con grande affetto: «Una persona solare, sempre con il sorriso e sensibile verso gli altri».

Coggiola ricorda Cesare

La Valsessera dice addio a un volto noto e benvoluto. Cesare Gatti, 76 anni di Coggiola, attualmente era ospitato nella casa di riposo di Crevacuore ma, per anni, ha vissuto nell’istituto per anziani di Coggiola. Anzi: è stato proprio lui nel dicembre del 1990 a tagliare il nastro e a essere di fatto il primo ospite del nuovo istituto. Quasi una vita intera trascorsa nella villa di via 4 Novembre, benvoluto da tutti. «La mamma e la zia – spiega Pier Angela Bora Barchietto, vice sindaco e per anni volontaria nell’istituto – avevano predisposto che alla loro morte sarebbe andato a vivere lì, dove poteva essere seguito. E’ stato lui quindi a tagliare il nastro il giorno dell’inaugurazione. Poteva uscire, andare a trovare gli amici, andava al bar, passeggiava. Nonostante i suoi problemi, che lo limitavano nei movimenti, era una persona che pensava agli altri, un uomo buono. Aveva a cuore il suo paese e anche quando, per problemi di salute, è stato trasferito a Crevacuore, quando andavo a trovarlo mi chiedeva sempre di Coggiola e delle persone che conosceva. Il suo desiderio era rimasto quello di ritornare nel suo paese e il suo pensiero andava lì. Era una persona solare, sempre con il sorriso ed era sensibile verso gli altri. Lo ricorderò con affetto».

“Una bella persona”

Parole di affetto vengono anche dal sindaco di Coggiola Gianluca Foglia Barbisin. «Conoscevo Cesare – dice il primo cittadino – fin da quando ero bambino. E’ stato sempre accudito dalla sua famiglia che ha pensato al suo futuro e ha fatto in modo che vivesse serenamente nella casa di riposo. Chi andava a fare visita lì passava a stringergli la mano e a salutarlo. Era davvero benvoluto da tutti, una bella persona». Il funerale è stato celebrato giovedì, la comunità si è unita al dolore di Mariuccia, Laura e Angelo con le rispettive famiglie e lo ha accompagnato sino al cimitero di Coggiola dove ora riposa.

“Capace di cogliere le piccole cose”

A celebrare la messa funebre è stato il parroco don Carlo Borrione che lo conosceva bene e che ha trascorso molto tempo con lui. «Cesare – ricorda il sacerdote – era un angelo in mezzo a noi. Un raggio di sole, un uomo che ha sofferto molto, che aveva una disabilità ma che ha accettato tutto e ha vissuto con grande fede. Lui era sereno e riusciva a cogliere le cose belle, anche le più piccole, e a farne tesoro e a goderne. Apprezzare le piccole cose della vita, i doni che ci vengono offerti questo è stato il suo messaggio. Era amico di mia mamma, anche lei ospite alla casa di riposo di Coggiola, e anche mio. Mi ricordo di come era felice quando prendeva il suo caffè e, molte volte, lo prendevamo insieme. Un piccolo gesto che per lui era importante. Nonostante il suo handicap era sempre sorridente e questo di illuminava il cuore. Quando la sua malattia è peggiorata ed è stato trasferito a Crevacuore mi diceva, sempre sorridendo, che era felice perché poteva raggiungere in cielo la sua mamma e la zia. Era un uomo cristallino e luminoso e sono contento di aver avuto l’onore di conoscerlo. Dobbiamo ringraziare il buon Dio di averlo fatto stare con noi perché i “piccoli” sono le stelle sulla terra».

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