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Crevacuore hotel Fontana San Rocco torna ai proprietari dopo l’emergenza
Crevacuore hotel Fontana San Rocco torna ai proprietari dopo aver ospitato i ragazzi evacuati da “L’albero”.
Crevacuore hotel Fontana San Rocco torna ai proprietari
La famiglia Gabella si era resa disponibile a concedere l’immobile gratuitamente all’Unione montana per affrontare l’emergenza. A inizio anno infatti la struttura alberghiera era vuota per la mancanza del gestore ed è stata l’occasione giusta per i ragazzi della comunità “L’albero” che hanno potuto portare avanti le proprie attività in un ambiente sempre protetto come quello di Masseranga.
Punto di appoggio
«È stato un punto di appoggio importante in un momento di emergenza – spiega il presidente dell’Unione montana del Biellese orientale, Gian Matteo Passuello -. In piena pandemia la richiesta delle Asl era proprio quella di avere posti letto fuori dagli ospedali per la degenza dei soggetti ancora positivi, ma non gravi. Per questo per esempio sono sorte strutture come quelle attivate a Varallo».
Positivi i ragazzi della comunità
«Qui in Valsessera avevamo il problema dei ragazzi della comunità alloggio, risultati positivi. Grazie alla famiglia Gabella abbiamo potuto contare su una struttura in grado di ospitare tutti i ragazzi che nel frattempo erano risultati negativi al Covid finché la comunità alloggio non è stata sanificata completamente e i ragazzi hanno potuto rientrare».
“L’albero” torna operativo
Due ospiti però anche dopo dieci tamponi continuavano a essere positivi e così il soggiorno a Crevacuore si è allungato per tutti gli altri utenti, solo nelle scorse settimane è arrivata la doppia negatività, nel frattempo erano stati effettuati i lavori di sanificazione e manutenzione nell’edificio di Masseranga per farlo tornare nuovamente operativo.
Emergenza rientrata
«A questo punto l’albergo tornerà alla proprietà – osserva Passuello – visto che ormai non c’è più bisogno di avere posti letto. Per quanto riguarda le spese di luce, acqua e gas saranno coperte in parte dai fondi raccolti dall’Auser Valsessera che ha gestito insieme ad altri volontari il servizio portineria in questi mesi. La speranza è di non avere più bisogno di strutture di appoggio per il Covid, una volta stilati tutti i conti ovviamente li renderemo pubblici».
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