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Dighe contro la siccità? La Valsessera mette le mani avanti: no, grazie

Intervento del sindaco di Pray: la siccità è oggi, servono interventi più snelli e meno costosi.

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Dighe contro la siccità? La Valsessera mette le mani avanti: no, grazie. Intervento del sindaco di Pray: la siccità è oggi, servono interventi più snelli e meno costosi.

Dighe contro la siccità? La Valsessera mette le mani avanti: no, grazie

Nuove dighe contro la siccità. Questo è stato il leitmotiv del convegno organizzato lo scorso lunedì a Vercelli dal titolo “100 anni di bonifica” dove era presente anche il ministro Matteo Salvini. Ma l’idea delle nuove dighe continua a non convincere la Valsessera, dove da anni si parla del progetto per ampliare quella già presente.

Quando si parla di dighe, dalle nostre parti la mente va subito al progetto di ampliamento per l’invaso della Valsessera. Qui il Consorzio di bonifica della Baraggia già da anni ha presentato un progetto, approvato, per realizzare un nuovo invaso molto più grande dell’attuale. E da anni è in attesa dei soldi per poter avviare i lavori. Una idea che molti sul territorio continuano a osteggiare.

“Il problema è oggi, per fare dighe servono anni”

«L’emergenza idrica c’è – commenta il sindaco di Pray Gian Matteo Passuello -, ma non si risolve con nuove dighe colossali, anche perché il problema è attuale e qualcosa va fatto ora, non tra cinque o sei anni. Inoltre basta guardare le dighe presenti tra Biellese e Vercellese per rendersi conto che non è la soluzione, infatti i bacini sono vuoti».

Gian Matteo Passuello

Quale dunque la soluzione? «Occorre valorizzare le dighe che ci sono e soprattutto trovando un accordo affinché una parte dell’acqua venga destinata all’idropotabile, cosa che ora non avviene. Se si riuscisse a trovare un accordo con Edison e il Consorzio Baraggia per destinare parte della risorsa idrica nel bacino dell’alta Valsessera all’idropotabile, allora avremmo risolto già i problemi di approvvigionamento per Valdilana e per i Comuni della Valsessera, ma non solo».

Una diga più ampia non è dunque la soluzione? «Sarebbe un cantiere oneroso e per di più in un’area dove non si riesce ad arrivare con i mezzi». Passuello poi ricorda: «Il mio “no” alla diga in Valsessera non è una chiusura a prescindere, ma dettata dal fatto che gli invasi ora sono vuoti. Farne una più grande non risolverebbe le cose. Bisogna invece fare una maggiore manutenzione sulla rete idrica come ha fatto Cordar Valsesia in questi anni con importanti investimenti. Non dico no invece ai laghetti di approvvigionamento magari in cave abbandonate che potrebbero servire per le emergenze».

“E il Mastallone?”

E per ultimo Passuello ricorda il progetto della diga sul Mastallone: «Quella è un’area dove non è mai stata toccata dagli invasi, è raggiungibile dai mezzi. Quindi lì si potrebbe ragionare per realizzare un invaso».

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1 Commento

1 Commento

  1. Ardmando

    27 Marzo 2023 at 8:28

    Valesessera terra di ignoranza. Vogliono acqua ed energia elettrica con le terre e i fiumi degli altri. Un po’ come quelli che dicono “no” alle centrali nucleari, ma vogliono comunque l’elettricità (che è comunque prodotta da centrali nucleari, anche se francesi).
    Si alla costruzione di più invasi artificiali, ovunque si possa costruirne. Il no di quattro finti ambientalisti non può e non deve fermare le esigenze della maggioranza della popolazione.

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